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sabato 16 giugno 2012

Due ministre, due disastri

Sono ministre di Napolitano, e quindi non si può dire. Ma i disastri di Paola Severino e Elsa Fornero sarebbero inimmaginabili se non fossero avvenuti. Il ministro della Giustizia non semplifica ma moltiplica le fattispecie di reato. Anzi le universalizza, ribaltando di fatto l’onere della prova. In un processo penale che universalizza ora il principio della berlina invece del dibattimento.
Severino introduce il reato di “traffico di influenze”, che è come mettere fuori legge la politica. Contro ogni principio costituzionale di bilanciamento dei poteri, e contro ogni criterio di giustizia. Nella linea dei reati di associazione, e ora perfino di concorso esterno in associazione, da cui nessuno può salvarsi. Con la concussione per induzione dà via libera, per legge, a intimidazioni e vendette, tra imprenditori, e tra imprenditori e politici, legalizzando la calunnia – peraltro da tempo non più perseguita. Più in generale, invertendo l’onere della prova, questa donna legalizza il ricatto, istituzionalizzando il risentimento e la furbizia sui quali sono impostati da vent’anni tropi processi a base di pentiti e di falliti. Un’estensione dell’infamia invece di legge che ha il favore del giornale del “Sole 24 Ore”, il giornale degli uomini d’affari.
Si potrebbe dirla barbarie o incompetenza, ma è protervia: Severino è avvocato principessa del foro, e sa che cosa ha fatto. Mentre salva Penati mandandolo in prescrizione – il giornale fiancheggiatore “Corriere della sera” impegnava giovedì il volenteroso Ferrarella, a dire il contrario, ma finiva per dimostrare il misfatto (compresa la benevolenza del gip di Monza, che ai più era sfuggita). Grazie a un Parlamento debole, è vero, ma soprattutto grazie a Napolitano, di cui l’avvocatessa è la pupilla, forse per ragioni etniche – grazie cioè al primo presidente (ex) comunista della Repubblica, la barbarie non muore.
Di Elsa Fornero nessun misfatto è più negabile, dalle pensioni all’imbroglio del lavoro.
Si potrebbe aggiungere alla lista delle incompetenze il superministro Passera, ma lui almeno non fa danni. Semmai andrebbe aggiunta Mariastella Gelmini, anche se non fa parte del governo tecnico. Alla quale si deve la nomina a capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di un insegnante di ginnastica che il suo successore Profumo, ex rettore del Politecnico, ex presidente del Cnr, interina – un solido quarantenne che pare non sia nemmeno suo amante (sarà il suo body-trainer?).

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