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mercoledì 21 novembre 2012

Moderato islam, ma fino a un certo punto

Esordio con moderazione, dunque, dei nuovi governi islamici dopo le primavere arabe. L’Egitto otterrà il cessate il fuoco a Gaza. Mentre i missili di Hamas si confermano periodico richiamo per le nuove generazioni di palestinesi rifugiati nella Striscia, nulla di più. Questo nel cuore della questione araba, quella su cui si punta l’attenzione dell’Occidente. Alla periferia il radicalismo islamico invece dà battaglia.
Non cessa il terrorismo fondamentalista in Iraq. E una minaccia analoga insorge in Tunisia. Che si sta trasformando da paese arabo più pacifico a crocevia del terrorismo jihadista. Il governo denuncia “numerosi episodi” di traffico d’armi in direzione della Libia con destinazione Mali, e in direzione dell’Algeria. La situazione è del incerta nella stessa Tunisia. Poco meno di un migliaio di salafiti sono detenuti a vario titolo, per bombe, incendi e devastazioni violente.
In Tunisia, inoltre, l’elaborazione di una nuova Costituzione è in stallo, per le pressioni degli islamisti più accesi. Lo stesso in Egitto, dove pure un progetto di Costituzione è definito, con la separazione dei poteri: il presidente Morsi non ha abbandonato il disegno di assoggettarsi il giudiziario e cambiare i codici – con più chances che in Tunisia, dove il vecchio laicismo sembra più resistente.  


   

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