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venerdì 25 gennaio 2013

Sul poeta la croce dell’infelicità

“Sono felice di vivere in modo esemplare e semplice:\ come il sole, come un pendolo, come il calendario”. C’è tutto in questo esordio: la mini antologia di Paolo Galvagni sbalza una Cvetaeva attiva, sempre ape regina, amante di ogni segno di vita. Ciò che si direbbe – è – sprecarsi. Senza progetto, né misura. Assorbiva come una spugna, dispensava senza riserve, e senza accumulo: “Il poeta da lontano conduce la parola.\ La parola conduce il poeta lontano”. A volte stanca: “Forse la vittoria migliore\ sul tempo e sulla gravità è\ passare senza lasciare tracce,\ passare senza lasciare un’ombra”. Il destino del poeta, anche “felice”, e di portare per conto dell’umanità il peso (la croce) dell’infelicità.
Marina Cvetaeva, Il poeta e altre poesie, Via del Vento, pp. 32 € 4

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