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lunedì 4 febbraio 2013

Rigori senza vergogna

Un rigore evidente non dato all’ultimo minuto, uno inesistente inventato all’ultimo secondo: tutto palese, anzi in mostra sotto gli occhi di tutti in televisione, opera di arbitri impuniti. Nel mezzo una serie di arbitrii che hanno del fantasmagorico: maglie tirate, calcioni da dietro, sgambetti “tattici” a freddo impuniti se contro le squadre da punire, contro le quali invece cartellini a gogò. Senza mai una censura, per non dire una punizione, degli “organi competenti”. Col “responsabile” di questi delinquenti, uno che pure tanto chiacchiera, che non ha nemmeno una parola di biasimo.
Sono anche tanti che non si può considerarli un errore o un caso, tutti corrivi: Guida, Banti, Gervasoni, Calvanese, Valeri. E Braschi che li organizza. Che più spudorato non si può: “Ognuno dica quel che vuole, ma noi continuiamo a fare quello che vogliamo”. Per esempio: “Il calciatore del Genoa”, quello del rigore non dato, “colpisce la palla, se la tira da sé sul braccio, quindi la nostra opinione è che si tratti di un gesto involontario”… Braschi non è un cretino. Inoltre è un toscano, sa l’italiano.
Questo signore e i suoi compari sono un paradigma del potere in Italia: altrove il crimine si nega e si nasconde, qui è sfrontato. È esibito. Da una cricca talmente impunita che sbeffeggia e maltratta anche i suoi accoliti, Pulvirenti, Pozzo. Tre squadre devono essere favorite, quelle di Lotito, De Laurentiis e Galliani, e quelle lo sono. 
Non sono errori, sono truffe. Le Procure insistono con gli “slavi” – insomma con gli zingari – per non vedere quello che tutti vedono? 

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