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mercoledì 22 gennaio 2014

La scomparsa del centro-sinistra

Ospite da Fazio, Rodotà misura la miseria della politica di oggi con un esempio, il 1970: “In un solo anno, si fecero leggi, il sistema sanitario nazionale, lo statuto dei lavoratori, il divorzio, il diritto di famiglia, etc., che rivoluzionarono l’Italia”. Ma, socialista all’epoca, non  menziona il centro-sinistra che quelle leggi volle e riuscì a far approvare. Leggi più socialiste che democristiane, ma non importa. Era il centro-sinistra classico, la collaborazione tra Psi e Dc.
La damnatio memoriae continua totale, anche dopo lo sfacelo successivo, quarant’anni di disfacimento all’insegna del compromesso storico. Che non voleva dire nulla, null’altro che l’annientamento della cultura riformista, a favore delle subculture, come si definivano, cattolica e comunista. E ha annientato la sinistra politica e ha corrotto la Dc – anche se ora questa trionfa, nei contenuti e nei metodi.
Una scomparsa totale, non casuale. Non solo i politici, quale, malgrado tutto, è ancora Rodotà, fanno finta di nulla. Nella pur voluminosa “Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi” di Ginsborg che ancora fa testo, e nelle altre, a opera di storici anglossassoni come Ginsborg o anche italiani, il centro-sinistra c’è e non c’è. Il compromesso storico invece c’è – dice Ginsborg – dai tempi di Badoglio. Che storia. 

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