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domenica 9 febbraio 2014

Paolo Poli come me

 “C’erano ancora le porte aperte su strada”. Sembra un altro mondo e un’altra storia, ma Paolo Poli, non sembra, ma va per gli 85 anni. Beh, era anche un tempo in cui “la gioia era essere uguali a tutti: avere vestito grigio, scarpe grigie, cravatta grigia”. E l’ideale maschile Maurizio Arena. Con quelle “sere a cena dalla Laura Betti”, compagni di gavetta da giovani speranze, e Pasolini: “Lui e Moravia che parlavano dell’illuminismo, e noi muti, come soggiogati da tanta luce. A volte la Betti provava a intervenire, ma l’azzittivano subito”.
Luca Scarlini gli ha fatto un omaggio, spulciando le tante sue trasmissioni radio, le interviste, le uscite in tv, per ricavarne un fuoco di fila di battute, scenette, personaggi. Con un gusto però da appetizer: Paolo Poli gigione è solo il periscopio di uno dei migliori lettori del Novecento letterario, “da sempre fidanzato con i libri”, il più libero. Seppure afflitto dalla parodia: “Non sono una donna vera, non sono giovane, sono un vecchietto. E quindi è tutto falso quello che io racconto. Però… cerco una verità letteraria che sia anche specchio della storia. In fondo Joyce è la parodia di Omero, Picasso di un intero museo, e Stravinskij di Wagner”.
Luca Scarlini (a cura di), Alfabeto Poli, Einaudi, pp. 171 € 18

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