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martedì 29 aprile 2014

La guerra alla Libia per le braccia a buon mercato

Non c’è sdegno che possa esprimere l’orrore degli sbarchi quotidiani di clandestini. Di un mercato delle braccia patrocinato dal resto miserabile dell’Occidente, Obama in testa. Che l’ignobile Europa, ministro Alfano in testa,  pretende di ridurre al contributo all’accoglienza, se bastano trenta o non devono essere cinquanta euro al giorno. Mentre tacciono i preti e papi, solo attenti a gestire i soldi dell’accoglienza.
È una disgrazia troppo organizzata per pensare che accada per caso. Nei lunghi percorsi transafricani di questa povera gente. Di cui si lascia favoleggiare a giornalisti incapaci che paghino migliaia di euro, mentre è un mercato della disperazione. Né si attraversa su piedi maldestri il Mediterraneo, Lampedusa dista da Tripoli di Libia 185 miglia marine, 287 km. E per caso non si fanno le guerre - di cui quella alla Libia è un caso mostruoso, capitanata da fanfaroni del calibro di Sarkozy e Bernard-Henri Lévy.
Abbiamo voluto un presidente ingenuo o incapace come Obama per infilarci in tutte le cause squallide? Abbiamo chi? Gli stessi che ora ci vogliono in guerra per liberare la Russia? Di nuovo?

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