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martedì 28 aprile 2015

La Consulta dei privilegi, e del farniente

Dieci anni fa Giuliano Vassalli decideva: “Dei nove anni in cui fui giudice alla Corte Costituzionale non mi sembra sia il caso di scrivere”. Sabino Cassese, che di Vassalli ha condiviso tutto, dalla lealtà politica socialista all’anticonformismo, dei suoi nove anni invece ha tenuto un diario, quasi giorno per giorno, delle grandi e delle minute cose, che ora pubblica. E non complimentoso: la Consulta non funziona, funziona male, al di sotto delle attese.
Cassese critica la pratica dello scaricabarile: sottrarsi il più possibile alla giurisdizione. E l’uso di premiare con la presidenza chi è prossimo alla pensione, con l’effetto di svilirne il ruolo – la pratica è invalsa per consentire al pensionando di raddoppiare l’assegno previdenziale. Ma a questo proposito, poiché parliamo di centinaia di migliaia di euro, sarebbe stato più giusto rivedere tutti i privilegi assurdi della categoria. Altro che la casta politica! L’assegno minore è superiore a quello del presidente della Repubblica. Ma allora si sarebbe dovuto dire di tutto l’ordinamento giudiziario. Fermo ai privilegi di Mussolini.
Resta l’aneddotica. In effetti, per quanto male si possa pensare di tanti privilegi, stupefacente.
Sabino Cassese, Dentro la Corte. Diario di un giudice costituzionale, Il Mulino, pp. 300 € 22

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