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sabato 16 aprile 2016

Ombre - 312

Prima l’Italia non controlla bene gli immigrati. Poi ci sarà un’ondata di immigrati dalla Libia. Ora c’è il rischio infiltrazione terroristi. L’Austria ogni paio di giorni si dà una ragione per la chiusura del Brennero. Nessuna valida, ma tutte buone a molcire l’opinione pubblica. L’opinione pubblica austriaca.
L’opinione teutonica crede volentieri quello che le si dice di credere, quantum immutata ab illo.
È il sentimento del gregge.

Ogni giorno una sorpresa dalla Procura di Potenza, il petrolio è infetto. L’ultima ieri. Oggi il meritato riposo, siamo inglesi.  E per il referendum di domani nulla? Ancora uno sforzo.  

Il presidente ucraino Poroshenko è rimasto solo: si sono dimessi il ministro dell’Economia, il Procuratore generale, il Primo ministro. A ruota, l’uno indipendente dall’altro. Ma tutti per non poterne più della corruzione. Una “democrazia” per la quale noi paghiamo carissime sanzioni contro la Russia, imposte da Obama. Incautamente?

Scrive Franco Venturini sul “Corriere della sera” che gli Stati Uniti, di fronte al fallimento di Poroshenko, gradirebbero un primo ministro americano, Natalie Jaresco, una con la doppia cittadinanza. Qui almeno un disegno c’è: una pax americana governata da oriundi. Jaresco non sarebbe il primo caso,  dopo Karzai, Tusk e altri minori.
Non che questa signora, come già Karzai o Tusk, abbia speciali qualità, ma è americana.

Si parli della politica monetaria, degli scontri Germania-Draghi, della deflazione, il rinvio è inevitabile alla “drammatica inflazione tedesca della fine degli anni Venti”. Cosa che nessun tedesco ricorda e teme – è come quando ci dicevano che gli Stati Uniti sono isolazionisti. Non si potrebbe aggiornare l’informazione ? Lo scontro è per chi comanda nella Ue.

Don Ciotti è contro la riforma del Senato. Ha pubblicato un libro contro e lo propaganda. Su “Repubblica” però dice che non è contro la riforma, che la riforma è necessaria, la modernità, etc. Ma che bisogna votare contro.

Don Ciotti dhe questa riforma è contro la Costituzione e a favore dei ricchi e potenti, etc. – anche se sullo stesso giornale Napolitano assicura il contrario. Dice anche che questo l’ha detto il papa. Un prete bugiardo?

O Ciotti è un gesuita, che argomenta una cosa e il suo contrario? Anche il papa lo è, e dunque tutto è possibile. O se non lo è, è questione di metodo: la verità piace ora double face.

Don Ciotti dunque a sinistra di Napolitano. Non è il primo prete che fa la morale sociale e civile ai comunisti. Ma Ciotti non è un prete operaio, né uno di base, è il maggior appaltatore del terzo settore, degli aiuti di Stato a perdere, senza rendicontazione e nemmeno obbligo di bilancio.

Ciotti non è solo, i vescovi intervengono e dicono che bisogna assolutamente andare a votare al referendum sulle trivelle. Dicono anche che bisogna votare sì, bloccare la ricerca del petrolio. E mai intervento è stato tanto benedetto, da chi ne ha sempre lamentato le ingerenze.

Il petrolio puzza, le onlus salvifiche no?

Il presidente della Corte Costituzionale ritiene doveroso dire che “bisogna” votare al referendum.  Farà lo stesso con le vertenze su cui deve pronunciarsi come giudice?

La Costituzione all’art. 48 invita a votare: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Ma anche il rifiuto, motivato, di votare è un dovere civico – metà degli italiani se ne avvale da qualche anno. Possibile che il presidente della Corte costituzionale non sappia queste cose?

Paolo Grossi sa bene come tutti che l’esito del referendum sarà deciso dalle astensioni – al voto prevarranno i sì, anche se pochi. E dunque fa il furbo, contro il partito Democratico, che ha dato indicazione di astenersi, contro il presidente del consiglio, e contro il presidente emerito della Repubblica Napolitano. O non è nemmeno furbo?

Questo Grossi è un buon cattolico. Non si può dirlo – non si dice – ma lui lo è: uno che si tiene il posto e si salva l’anima. Un altro dei lasciti di Napolitano, come lui eletto presidente un mese fa in tarda età, a 83 anni. Lasciti che non si possono nemmeno imputare al vecchio Pci, il partito di Napolitano: Monti, Letta, Renzi e Grossi sono (in teoria) buoni fedeli, all’orecchio dei vescovi se non praticanti.

Grossi è uno storico del diritto, non è mai stato giudice. O sì, è stato a lungo giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco, o della Maremma. Di manica larga, pare – per annullamenti perfino non prezzolati.

Milano è passata da zero addizionale Irpef con la Moratti (destra) nel 2010 a 143 euro pro capite con Pisapia (sinistra). Mentre i servizi diminuivano (per colpa del governo, etc.). E non  sembra scontenta. Aumentare le tasse è dunque un merito?

L’idea di più tasse è effettivamente milanese. Insieme con quella del massimo liberismo. La libertà è per i ricchi e ricchissimi.

C’è il Giubileo e a Roma il turismo diminuisce – caso unico in Italia, caso unico in Italia, dove invece il turismo aumenta di oltre il 5 per cento. Ma non si dice. Per non dispiacere al papa?

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