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domenica 10 aprile 2016

L’amore sboccia a cinquant’anni

Un legal thriller romanticizzato: un amore sboccia tra cinquantenni, tra un giudice a due cifre (“non condanna mai a meno di dieci anni”) e la rianimatrice che l’ha riportato in vita una vita prima e ora è girata in un processo. Semplice come usa nei film francesi, senza fronzoli, e per questo toccante.  Con una punta di filosofia, la non verità dei simulacri  di giustizia confrontandosi inevibabilmnte nello spettatore coi moti liberi del cuore.
Questo è tutto. Su un backstage da palazzo di Giustizia – rancori, invidie, cattiverie, pettegolezzi, gerarchismo. Nonché di vite solitarie. E un esilarante quadro in poche battute del coacervo culturale francese nel piccolo mondo dei sei giurati, tra francesi francesi e francesi arabi, e all’interno delle due etnie.
La maggiore curiosità è il premio a Venezia per la migliore sceneggiatura (allo stesso regista, Christian Vincent, a un pelo dal premio come miglior regista) e il miglior attore, che è un segno dei tempi: la medietà è già eccezionale.
Christian Vincent, La corte

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