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mercoledì 1 giugno 2016

Il calcio è fiscale, con interessi

La valutazione di 750 milioni per l’Inter di oggi è sopravalutata rispetto a quella del 2013. È più o meno il doppio, senza che nessun indice di redditività in questi tre anni sia migliorato, anzi. Allora il club era al top, reduce dal triplete, anche se con tropi debiti. Oggi i debiti sono quasi raddoppiati e senza titoli. Ma non c’è valore di mercato, ci sono valutazioni: calcoli che dipendono solo in parte dallo stato patrimoniale e di brand di un’azienda.
Molti investimenti cinesi all’estero, anche in perdita, sono favoriti dal fisco di Pechino. Dove il  governo favorisce in tutti i modi l’espansione del brand Cina. Per motivi economici e anche politici, d’influenza.  Tra questi c’è la promozione nella stessa Cina del calcio come disciplina sportiva. Anche all’interno, i club esistenti sono stati incoraggiati fiscalmente a spendere molto per creare squadre presto competitive a livello internazionale.
Un’altra fonte di rientro di questi investimenti apparentemente eccessivi è il finanziamento del debito. Thohir, oltre alla notevole plusvalenza di oggi, ha incassato nei tre anni un comodo 8 per cento come interesse sui debiti dell’Inter con le sue fiduciarie.

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