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domenica 14 agosto 2016

La guerra in Libia è della Francia contro l’Italia

Il nemico in Libia non è l’Is, che se confrontato svanisce. La vera guerra è della Francia contro l’Italia. Da lontano, senza un fronte, ma ben delineata, in corso da almeno sei anni, e insidiosa. È una guerra per le influenze: Hollande continua il piano di Sarkozy di frantumare la Libia per allargare col Fezzan il suo protettorato sull’Africa Occidentale,  collegarlo al Mediterraneo, estenderlo informalmente all’Est, all’aera petrolifera sotto protettorato.
La Francia finanzia, arma e organizza i separatisti del Fezzan. E arma il generale Haftar, che intende contribuire alla divisione della Libia in tre tronconi, secondo il piano francese, attestandosi su una parte dell’ex Cirenaica, attorno a Tobruk. Da dove si pone a controllore dei giacimenti di idrocarburi. Haftar prima ha cercato l’appoggio dell’Italia, poi è andato a Parigi, l’Italia avendo deciso di lavorare in Libia insieme con l’Onu, cioè con gli Stati Uniti.
Hollande patrocina Haftar perché la divisione della Libia è un piano evidentemente “strategico”, nazionale, da Stato maggiore. Il gollista Sarkozy lo ha lanciato, il socialista Hollande lo persegue. Del piano la riprova è il silenzio di cui Parigi attornia l’intervento in Libia, a Sud e all’Est. Il piano è molto patrocinato dalle autorità francesi, seppure informalmente, anche presso la stampa, specie in Italia.

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