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sabato 3 dicembre 2016

Popolarità e disastri

Da Kennedy a Obama, sorrisi e disastri: i due presidenti che più impersonano l’America, con seguito largo se non unanime, i due presidenti più popolari del dopoguerra, quelli che si può dire hanno fatto e cementato l’unità degli Stati Uniti, con l’immunità dalla questione razziale, e allargato la popolarità degli Usa nel mondo, sono quelli col peggior record di politica estera. Avendo moltiplicato guerre e conflitti, per di più perdenti.
Con la Baia dei Porci Kennedy ridicolizzò gli Usa in mezzo mondo, radicalizzò Castro e Cuba, bloccò la distensione, e portò alla crisi dei missili, con la minaccia nucleare sul territorio continentale americano. Creò una frattura con l’America Latina, aprendo il ciclo terrorismo\generali che ha insanguinato l’America Latina per quindici anni  che porterà alle derive a favore dei generali brasiliani e argentini, e al golpe di Pinochet in Cile. Poi volle la guerra in Vietnam, che non era necessaria e partiva perdente dopo l’esperienza patita dalla Francia. Mettendo a rischio la leadership Usa, salvata in extremis da Kissinger con la resa in Vietnam, l’apertura alla Cina, la promozione delle petromonarchie a sostegno finanziario, e il trappolone teso a Mosca al suo stesso laccio, della propaganda dei diritti civili e politici, con l’accordo per l’emigrazione.

Di Obama è presto detto: dell’esposizione dell’Europa a una quasi guerra fredda con la Russia, al terrorismo islamico in casa, alle guerre endemiche alle sue frontiere Sud e Sud-Est. 

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