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venerdì 2 dicembre 2016

Cristina da Pizzano regina a Parigi

Una vita prodigiosa, tanto più quando fu narrata, nel 1982, nel pieno della contestazione femminista: prodigiosa per essere normale. Cristina strapaesisticamente “da Pizzano” è onorata poetessa e polemista, letteraria e politica, in Francia, dove è emigrata col padre astrologo e medico del re Carlo V, Tommaso di Benvenuto da Pizzano – Tommaso fu chiamato a Parigi nel 1368, poco dopo la nascita di Cristina, per chiara fama, da professore di astrologia all’università di Bologna, e veggente a Venezia, dove praticava per la nobiltà.
Christine, nata a Venezia nel 1364, morta in Francia nel 1432, è considerata la prima scrittrice europea “professionale”, che abbia vissuto della sua penna. Malgrado una storia, anche personale, delle più agitate. Bilingue, alla corte si parlava anche italiano, ha scelto di scrivere in francese, quando, in età adulta, decise di vivere da sola, mantenendosi con la scrittura.
Questo di Régine Pernoud è un romanzo, e non una ricostruzione storica. Ma Pernoud è stata dirigente delle Belle Arti in Francia e medievista per formazione e passione, non s’inventa nulla. Prima del Trecento l’educazione delle ragazze era stata normale. Dopo, un po’ meno. Tuttavia una certa Novella insegnava a Bologna all’università, suppliva il padre di Cristina quando era impedito. È su insistenza e iniziativa di due donne, Caterina di Siena e Brigitta di Svezia, che il papa Gregorio IX, Pierre Roger de Beaufort, torna a Roma in quegli anni dalla comoda cattività avignonese.
Per Cristina non fu facile – ma non lo era per nessuno. Nel 1380, alla morte di Carlo V, la famiglia del medico e astrologo di Pizzano fu allontanata dalla corte. Cristina era già sposata da un anno e resterà vedova a venticinque anni, con tre figli, più la madre e una zia da mantenere. Decide di vivere da sola e questo non la aiuta: le vedove non riposate erano allora in sospetto di usura o lussuria. Non solo, decide di vivere da sola scrivendo. E ci riesce: sarà la protagonista letteraria del suo tempo, le prime decadi del Quattrocento. Subito, nella prima decade, con una serie di interventi sulle questioni del tempo, di storia, politica, morale – nei primi anni due e tre libri l’anno, sullo studio, la fortuna, la virtù delle donne, la prudenza, la polizia…: quindici volumi in sei anni.
Verrà in primo piano nella controversia che oppose Jean de Gerson, da lei sostenuto, a Jean de Meun, l’autore dell’incriminato “Romanzo della rosa”, antifemminista. E con le sue opere di orgoglio femminile, il “Libro delle cento ballate”, liriche di grande successo, e “La città delle donne”. In anni tumultuosi, in cui bisognava pure barcamenarsi tra gli inglesi invasori e il legittimismo francese. Fino all’arrivo di Giovanna d’Arco, che Cristina riconobbe subito, e cantò dopo la vittoria di Orléans, con un “Dittié de Jeanne d’Arc”, il libro di Giovanna d’Arco, mentre già era nel convento di Poissy, dove morì.
Régine Pernoud, Cristina da Pizzano. Storia di una scrittrice medievale, Jaca Book, remainders, pp. 216, ill. € 6,65

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