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martedì 3 gennaio 2017

Di chi è figlio l’Is

Nella rivendicazione della strage di san Silvestro a Istanbul l’Is afferma di aver punito la Turchia perché “infedele”. Infedele un paese che si sta portando, sotto il califfo laico Erdogan, alla sharia?  Con soprusi di ogni genere sulle donne recalcitranti, compresa la menomazione dei diritti civili, e carcerazioni e ostracismi di massa, non esclusi gli assassinii. No, è una guerra tra ortodossi, sono sempre state le più brutali – guerre per l’esclusiva.
La vendetta dell’Is fa emergere le passate complicità. Finora indimostrate, anche se nei fatti. L’Is non nasce per germinazione estemporanea, nel deserto: nasce strutturato, finanziato, armato. E arriva a occupare due grandi paesi arabi, Iraq e Siria, quasi tre con la Libia, tutti quelli che le petromonarchie puntavano da tempo a destabilizzare – ad annettere al sunnismo ortodosso. Nasce nell’alveo della Fratellanza Mussulmana. Al quale Erdogan appartiene.
La Turchia diventa infedele da quando Erdogan si è messo con la Russia, che il vero anti-Is. Erdogan in crisi con gli Usa ormai da un anno, dall’appoggio americano ai curdi iracheni e siriani, e dai funerali di Cassius Clay. E non più finanziato dall’Arabia Saudita, da un paio d’anni, dalla crisi fiscale del reame indotta dal crollo del prezzo del petrolio – innescato e alimentato dalle stesse petromonarchie per mettere fuori mercato l’industria petrolifera nordamericana (Canada e Usa) degli scisti bituminosi.

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