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sabato 7 gennaio 2017

Il mondo com'è (289)

astolfo

Aborto – Quello volontario è selettivo. Necessariamente, essendo una decisione propria. Ma lo è, di fatto, in rapporto a molti fattori di convenienza: il tempo, il genere, la paternità, la perfezione fisica del nascituro.
In Inghilterra, si legge, un nutrito gruppo di deputati ha proposto di vietare in modo esplicito l’aborto selettivo in base al genere, dopo aver scoperto che un terzo delle cliniche inglesi abortisce le bambine. Ma la magistratura ha già dichiarato che non vuole perseguire le cliniche perché “non è nell’interesse pubblico”. Anche molti ambienti del femminismo sarebbero di parere opposto ai deputati: “Se la donna non è felice del sesso dei figli può abortire: la scelta della madre va accettata fino in fondo”.
Sembra una posizione estremistica, ma non lo è, come dimostra il caso della Cina. Dove, come è noto, la politica del figlio unico, coniugata con la volontà ancestrale, contadina, di perpetuare la famiglia col figlio maschio, ha portato a una eccedenza spropositata in pochi anni di uomini rispetto alle donne. Al punto che oggi 35-40 milioni di uomini sono in sovrappiù rispetto alle donne.
Un fatto trascurato in realtà dal femminismo del culto del genere: in Cina si è verificata nei trent’anni del figlio unico la più grande discriminazione di genere al mondo. Tutt’oggi, anche dopo l’allentamento della politica demografica restrittiva, ogni 100 femmine nascono 116 maschi. Mentre la proporzione naturale (storica) sarebbe di 103 maschi ogni 107 femmine.
L’aborto selettivo è proibito per legge da alcuni anni in Cina. Il governo cinese, si legge nei siti governativi, condanna la cultura tradizionale, di origine contadina, che privilegia i maschi rispetto alle femmine. E per legge vieta i test del sangue per conoscere il sesso del nascituro. Ha anche deciso pene severe per chi, coppie o analisti, aggira la legge sotto questo aspetto. Ma la Cina pullula  di agenzie che inviano gli esami del sangue all’estero. È del resto pacifico che anche per questo, come per ogni altro divieto pubblico, un’eccezione è sempre possibile in Cina con una bustarella.
Nelle aree rurali del resto, anche nel pieno della vigenza del figlio unico, si chiudeva un occhio per le copie che avevano avuto una femmina: potevano riprovarci.

Demografia – Resta il fattore basico della potenza? Nell’ultimo secolo la popolazione degli Usa si è moltiplicata per tre volte e mezza. Quella della Cina e del Giappone per tre. La Russia è rimasta pressoché invariata. All’inizio del Novecento la Cina contava 400 milioni di abitanti, la Russia 135, gli Stati Uniti 75, il Giappone 47..
L’impero britannico era naturalmente il più popoloso un secolo fa.

Dote – In Cina è ora l’uomo che la paga alla donna, alla nubenda. Quaranta milioni di uomini più delle donne essendo stati l’esito della politica del figlio unico. E anche una vendetta della natura – o più semplicemente, in Cina è possibile, di una procreazione selettiva: la “politica” familiare essendo stata finora, per millenni, quella del figlio maschio, con la soppressione o l’abbandono delle figlie femmine. Ma molta antropologia, su questo semplice fatto demografico, è da rivedere, del dono e della dote.

Ebraismo - Per Herder gli ebrei non erano da rispettare per spirito di tolleranza, ma al modo come essi stessi si vedono e presentano, quale popolo eletto, e popolo del Libro, o della legge, della storia. “Il problema è poli-tico”, dice Herder: c’è poco da assimilarli o convertirli, c’è solo da riconoscere un’altra nazione, asiatica, in Germania e in Europa. E questa è già una visione ebraica – storica, genealogica – di presentare il fatto. Ha prevalso invece la politica ideologica, ribattezzata ideologia: l’ideologia tedesca. Che se non è razzismo è teologia. Come nell’ebraismo, che, dice Taubes, “è teologia politica, questa è la sua «croce»”.
Accomuna – accomunava - i tedeschi alle loro vittime ebree la legge del taglione, che si suppone biblica, e comunque è ebraica. Anche per l’inconsistenza, la falsa logica: la vendetta non ha vinto mai una guerra. L’odio di sé ebraico è alla radice dell’antisemitismo – ne è una delle radici, “il bisogno di sentirsi odiato per sapere che non si è commiserato”, nota Rilke di Thalmann-Wassermann. Donde la sottile sfida tra simili, seppure non consanguinei.

Editore puro – “Io credo nei giornali”: così Urbano Cairo si è presentato ai nuovi dipendenti della Rcs nel pranzo annuale che allestisce per gli auguri di fine anno ai dipendenti. È in effetti la prima volta, dopo quarant’anni, che la Rcs (“Corriere della sera”, “Gazzetta dello sport”, i maggiori quotidiani italiani, e periodici di varia natura) ha un editore-editore, dai tempi dei Rizzoli: nel mezzo è stata di proprietà della Fiat e delle banche. Cairo è del resto l’unico editore “puro” oggi su piazza. Carlo De Benedetti, padrone della maggiore concentrazione editoriale, L’Espresso-la Repubblica-La Stampa, è un uomo di finanza di vari interessi, molto proiettato anche sulla politica.
È solo in Italia che i giornali hanno sempre faticato a trovare un editore “puro”, interessato cioè al mercato giornalistico.

Pace - Nobel per la pace furono, prima di Obama, che ci lascia tante guerre, Kissinger e Theodore  Roosevelt, il presidente del “bastone”. Sono anche, insieme col presidente Wilson in quanto fautore della Lega delle Nazioni, i soli politici fra i circa cento premiati – con Willy Brandt, e col duo Begin-Sadat, questi per una pace vera, fra Israele e l’Egitto. Il premio è un omaggio alla pax americana?

Romolo Murri Sacerdote e politico, come del resto sarà qualche anno dopo don Sturzo, fautore dell’impegno dei cattolici in politica, contro la pratica vaticana del “non possumus”, si candidò e fu eletto deputato nelle liste socialiste. Ma fu subito scomunicato, nel 1909.
Gozzano lo descrive durante una vacanza in comune in montagna abbigliato in vesti muliebri: “L’on.le Murri si vestiva con la gonna della figlia dell’albergatore e andava in altalena”. Ma fu scomunicato perché eletto con i socialisti.  

Scomuniche – Romolo Murri fu scomunicato nel 1909 per essersi fato eleggere alla Camera dei deputati nelle liste socialiste. Non un prete fascista è stato scomunicato. Non uno nazista. Nemmeno il duce della Slovacchia, mons. Jozef Tiso.

Unità delle fedi – Fu anticipata in tempi calamitosi dal cardinale di Sant’Anastasia Michael von Faulhaber, quarto dei sette figli d’un fornaio e una contadina malgrado la particella, arcivescovo di Monaco, amico del futuro papa Pacelli quand’era nunzio a Monaco, autore nel ‘34 del libro della tolleranza “Judentum, Christentum, Germanentum”. Un prete, poi vescovo, che riconobbe il nazismo subito e gli si oppose, fin dal 1923, dal putsch fallito nella birreria. La Germania è piena di bella gente che si ignora.

astolfo@antiit.eu

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