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mercoledì 4 gennaio 2017

La filosofa innamorata

“La vita sorprende, non la puoi controllare”. “L’amore appare quando meno te lo aspetti”. Beh? “L’amore più perfetto porta in sé il germe dellincompiutezza”. Un tributo, forse all’innamorato e sposo Jacques, che evoca più volte, sempre paziente con le sua insistenze, quelle della noiosetta della vecchia pubblicità “mi ami? quanto mi ami?” – lei le chiama insicurezze, ma come si fa a credere una Marzano addottorata alla Normale, con Remo Bodei, professore a Parigi-Descartes a 36 anni, direttore del dipartimento Scienze Sociali alla Sorbona, deputato del Pd, maestra di saggezza in molti talk-show, insicura? A Jacques aveva dedicato già “La fedeltà o il vero amore”, e questo forse spiega tutto, ma che c’entriamo noi - a parte il suono nostalgico della parola (lo stesso Jacques non si sa a questo punto se invidiarlo, gli fischieranno le orecchie)?
“L’unico amore è quello che viviamo”, e questo va bene. Poi la filosofa ci racconta il suo proprio amore, e questo, non da amica, non da narratrice, ma da cosa vista – da donna pratica - con qualche profondismo, e questo non va. Molti filosofi hanno parlato dell’amore, in genere non il loro, insomma in astratto. Qui se ne parla in concreto, ma di Jacques non sappiamo neanche se è alto o basso, grasso o magro,  se filosofa o cucina, la sua devotissima ci parla di sé. Oppure: “Ora so che l’amore si nutre anche di dissenso”, cose così.
Un capitolo forse del lungo selfie che la filosofa ha avviato con “La fedeltà” e poi “Volevo essere una farfalla”. Giustamente premio Bancarella, il linguaggio è semplice. Molto. Troppo. Che la filosofa non   ambisca, esaurito il mandato parlamentare, al posto di donna Letizia? Cioè no, già l’ha avuto, su Vanity Fair”, prosit. “Quando di amore ce n’è tanto, il resto non importa”.
Michela Marzano, L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore, Utet, remainders, pp. 207 € 7

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