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venerdì 29 giugno 2018

La ragione di esistere

Il nipote testagrossa diventa un cimelio per lo zio frenologo sfrenato – siamo al giro del secolo, tra Otto e Novecento, anche l’India ha la febbre della scienza, da Esposizione Universale. Il ragazzo sempliciotto poi diventerà un guru, che percorre con la sua comunità paesi e mondi, fino al Sahara.
Non un racconto picaresco, come la geografia lascia intendere. Una sorta di “Mille e una notte”, attornoal giovane Alu, un nome che significa  “testa a spunzoni”, invidua il personaggio, ma è anche evocativo. Con infinite voci, scene e immagini di personaggi, in un correlato solo apparentemente dispersivo. Quale sembra essere la cifra di una narrativa “indiana”, o almeno di quella nota, da Rushdie a A. Roy.
Il cerchio è della sragione. La frenologia con lo scientismo, e la semplificazione - il clima Excelsior evidentemente è stato anche indiano, nel Raj cone a Parigi e Londra. E l’equivoca religione delle sette d’autore. Un’avventura multiltitudinale, di popoli e paesi diversi. Alla fine senza senso e senza scopo: del reale la cui unica ragione èdi esistere – tra questa scienza e questa religione….
Amytav Ghosh, Il cerchio della ragione, Einaudi pp. 498 € 12

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