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giovedì 21 giugno 2018

Trappolone Merkel


Molti sorrisi e molte trappole per il governo italiano, a Parigi e Berlino. Sull’immigrazione l’intesa franco-tedesca prevede un peggioramento degli accordi di Dublino, e non un miglioramento. Non la condivisione degli oneri dell’accoglienza fra tutti i i paesi membri, e non l’avvio di una politica volta a disinnescare l’ondata immigratoria. Sui bilanci Merkel propone, con l’avallo di Macron, il controllo surrettizio delle finanze nazionali da parte del Bundestag, del Parlamento tedesco. Attraverso un meccanismo semplice: portarli all’avallo dell’Esm, il fondo salvastati (Meccanismo europeo di stabilità). Gestito da politici e funzionari tedeschi, con la riserva di un potere di veto, e quindi decisionale unico, per la stessa Germania – la maggioranza nell’Esm è di almeno l’80 per cento, e la Germania ha un quota-diritto di voto del 27,15 per cento (anche la Francia ha un diritto di veto, con un contributo appena sopra il 20 per cento, 20,4: niente nasce per caso in Europa).  
Le trappole, a giudizio della Farnesina, nascono a Berlino, Parigi conta poco. Merkel, sotto pressione dalla destra del suo schieramento, deve portare a casa entrambi i provvedimenti ai vertici dei prossimi giorni. Pena la crisi di governo e la sua possibile giubilazione – dopo quasi vent’anni d’ininterrotto dominio, sul suo partito prima, la Cdu, e poi, dal 2006,.sul governo nazionale.
Il controllo dei bilanci nazionali da parte del Bundestag era al cuore della proposta di riassetto della governance europea dell’ex ministro delle Finanze Schäuble, della destra Cdu che si identifica con la Csu bavarese che ora condiziona Merkel. Schäuble è passato a settembre alla guida del Bundestag stesso.

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