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martedì 9 luglio 2019

Casanova vecchio lagnoso

“Sarebbe un gran bell’uomo, se non fosse brutto”: così il ritratto che di Casanova, sotto il nome di Aventuros, fa il principe di Ligne, che se ne professa amico e ammiratore, nei suoi “Mémoires et mélanges”. È la parte più vivace del volume, che il volume riporta in appendice, insieme con la lunga dettagliata sintesi delle “Memorie” di Casanova allora inedite che il principe fa per favorirne la pubblicazione e il successo, e un ritratto dettagliato del Casanova pittore, il fratello minore di Giacomo, di due anni, che si voleva figlio del principe di Galles.
Le lettere del titolo, mai spedite, sono ventuno invettive contro l’amministratore del conte di Waldstein che lo ospitava a Dux in qualità di bibliotecario. “Lettere miserabili e grottesche” le dice lo stesso Piero Chiara, casanoviano principe – che le introduce. Qui proposte nell’originale francese con traduzione – le “Lettere” sono coeve delle “Memorie”, che Casanova redige a Dux in francese. Di un Casanova che sembra convenire, sul piano personale, col principe de Ligne, “Il est fier parce qu’il est rien”: “Io sono come un nobile destriero”, si scrive ala lettera quindicesima, “che la sfortuna ha costretto a vivere in mezzo a degli asini, e obbligato a soffrire pazientemente i calci, poiché ho avuto bisogno di nutrirmi alla stessa greppia”.
Una versione senile – intristita, lagnosa – della superbia casanoviana. Di un personaggio che molto ha presunto di sé fallendole tutte. Qui si erige a nemico un Faulkircher - in realtà Feltkirchner, un sottotenente in congedo con una pensione da invalido, e lo stipendio del conte - che vede ovunque in ogni momento intento a dileggiarlo, ai pasti, nei corridoi, con la servitù, con i vicini, con gli stessi padroni, ladro per spregio anche dei libri preziosi che Casanova ha in custodia. Con l’ossessione, fino a promuovere un giudizio col sindaco, del suo ritratto fatto affiggere dal maggiordomo in più momenti sul cesso comune, con la merda.
Un autoritratto mesto, involontario. Di un uomo irriso in vecchiaia, perfino bastonato, dice lui, anche dai servi. L’ultima lettera è una smentita puntigliosa, in venti punti, delle calunnie che sarebbero state sparse contro di lui.
Giacomo Casanova, Lettere a un maggiordomo, Edizioni Studio Tesi, pp. 180 € 9,30 

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