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lunedì 13 gennaio 2020

Gide miglior lettore di Proust

A un primo rifiuto sbadato di “Dalla parte di Swann”, in qualità di lettore della Nrf, la casa editrice sua e di Gallimard, Gide fa seguire dopo il successo della pubblicazione con l’editore Grasset una lettera di ammenda con grandi lodi. È l’inizio di una corrispondenza tra i due scrittori. Tutta ammirativa, da una parte e dall’altra. Proust sempre profuso, Gide sintetico e netto.
La parte di Gide, quella restante, è minore nel carteggio. Ma acuta. “La scrittura di Proust è”, non dispiaccia ai Goncourt, “la più artistica che io conosca”. Per “la sovracutezza dello sguardo interiore”, per “l’arte magica che si impadronisce di quel dettaglio per offrircelo incantevole di freschezza e di vita”, eccetera. Un prontuario di quello che sarà il proustismo è nel “Biglietto a Angèle”, una breve saggio in forma di lettera che Gide pubblicherà nel 1921, qui incluso. Sull’arte della frase lunga: le “parole-supporto”, l’“orchestrazione”, il gioco fra “i diversi piani”, la “gratuità”, la costruzione come “una foresta incantata: fin dalle prime pagine vi ci si perde, e si è felici di perdersi”. Entrambi si ricordano reciprocamente Balzac, trascurato dai loro critici.
Charlus Gide opina, non contrastato, sia modellato sul barone Doasan – con una lode-riserva: “Il signor de Charlus è uno stupendo ritratto, con il quale avete contribuito alla confusione che si fa di solito tra l’omosessuale e l’invertito”.
Lettere di un altro mondo, appena un secolo fa.
Nel sottofondo, alluse ma non dette, la diversa posizione politica, e la condivisa “diversità” – omosessualità. Nella prima lettera Gide si scusa della disattenzione con un quasi insulto: vi conoscevo, dice, come un fatuo collaboratore del “Figaro”, “vi credevo – devo confessarvelo? - «dalla parte dei Verdurin»”. Proust cerca la Nrf, anche dopo il rifiuto, e sempre proponendosi per una prima edizione a spese sue, perché la nuova editrice è progressista, e più nell’onda. Gide aveva avviato il cammino che ora Proust intraprende quindici anni prima, firmando, contro il parere di parenti e amici, la petizione Zola a favore di Dreyfus – e quindici anni dopo finirà comunista. Proust arriva al guado confuso: a Gide vanta e propone i suoi vecchi amici, di destra, Lèon Daudet, l’ “Action Française”.
Marcel Proust, Lettere a Gide, SE, remainders, pp. 78 € 6


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