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sabato 18 gennaio 2020

Ombre - 496


Per avallare la Consulta Dc che disdice quello che aveva detto nel 1991, “la Repubblica” schiera non il suo costituzionalista, Ainis, ma il romano avvocato professore Massimo Luciani. Questo sito arguiva giovedì che “la legge è democristiana”, inossidabilmente, ed è probabile.

Può anche essere una soluzione: in tempi procellosi meglio ancorarsi alla chiesa, stabile. Lo fa perfino Scalfari, a confessa ogni poche settimane col papa argentino. Dandone conto nello stesso giovedì della Consulta. In tema di clima, ma è un falso scopo.

Era improbabile che Salvini vincesse in Emilia-Romagna. Ora qualche possibilità ce l’ha: la Consulta ha azzerato il potere propositivo delle Regioni, che pure è costituzionale, e dichiaratamente voluto punire Salvini. Che altro favore poteva fargli?

L’attuale Consulta, un po’ dichiaratamente sacrestana, dice no al maggioritario – “richiesta abnorme” - mentre lo aveva solennemente battezzato nel 1992. È vero che la liturgia si aggiorna ogni giorno, ma anche la giurisprudenza? La Dc è immortale?
Per il male sì: ora e sempre è per i governicchi di coalizione, improvvisati, con “responsabili” e “gruppi autonomi”.

Col patrocinio del meticciato il papa sembra avallare e anzi patrocinare, in colloquio con Scalfari su “la Repubblica”, la Conquista, gli europei in America. Naturalmente non è così- e poi questo papa è anti-yanqui . Il papa vuole solo “aggiornare” la chiesa. Di che si parla oggi? Di immigrazione. Bene, tutti immigrati. Facile così, fare il papa.

Stride, nello scontato “siamo tutti fratelli” del papa, l’ignoranza persistente, quasi voluta, dell’Africa e degli africani. Oggetti, sì, assolutamente, di carità: africani, siete tutti noi. Ma, poi, chi sono gli africani e cosa è l’Africa? Un’ignoranza – o indifferenza - che per un missionario è blasfema.

Succede, dovendosi affidare ai notiziari tv, di finire per non sopportare quelli Rai, che i primi dieci minuti, anche quindici, li dedicano a Conte e Di Maio. Con contorno, per riempire il buco, di ministri e sottosegretari degli stessi. Invece, dice “la Repubblica”, i tg Rai sono “pieni di Salvini”. Perché dire bugie, per aiutare Salvini – certo, contro le apparenze?

Dice “la Repubblica” che è l’AgCom a denunciare l’invadenza di Salvini sui tg. Invece l’AgCom, l’autorità di vigilanza sul mercato delle comunicazioni, non lo dice. Il lettore “la Repubblica” vuole fesso? Lo vuole difensore di Salvini? Meglio non leggere?

“Non esiste alcuno Stato in Libia”, premette il ministro degli Esteri di Putin, Lavrov. E per questo Putin combatte per Haftar: per “restaurare lo Stato”. Con le bombe.

Questo Haftar, dice Cremonesi sul Corriere della sera”, è l’autonominato generale di Gheddafi e poi governatore della Cirenaica. Dove, spiega, “sono stati decine gli attivisti per i diritti civili uccisi o desaparecidos”. Forse per questo lui lo ha intervistato tre volte in due anni sul “Corriere della sera”.

Haftar, il generale di Gheddafi, è anche cittadino americano. Proprio così, dal 1990. È facendo affidamento su di lui che Hillary Clinton mise a morte il suo ambasciatore a Tripoli nel 2012. Inviandolo a incontrarlo a Bengasi, la capitale della Cirenaica. Dove fu accolto col mitra.

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