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sabato 25 aprile 2020

Ombre - 510

A proposito di Mes, troika, Grecia, etc. , Renzi rivela che Germania e Olanda volevano cacciare la Grecia dalla Ue, in “un drammatico Consiglio europeo del luglio 2015” – probabilmente il 12 luglio: “Da un lato soprattutto Merkel e Rutte, che erano pronti a cacciare la Grecia dall’Unione. Dall’altro Hollande e il sottoscritto a difendere a spada tratta la Grecia”. Capitava che il primo ministro greco Tsipras dovesse uscire a consultarsi con i suoi e Renzi doveva “difenderlo in caso di attacchi in sua assenza”.  

Per dirlo, Renzi deve scrivere una lettera al direttore sul “Venerdì di Repubblica”. Cita anche testimoni: “Questa è la realtà dei fatti. Possono testimoniarlo, nell’ordine, Alexis Tsipras, Angela Merkel, Mark Rutte, François Hollande”. Come non detto.

Alle lettere al direttore del “Venerdì di Repubblica” Renzi peraltro può accedere solo in risposta a un articolo di Gad Lerner che dice “falso” su Europa e Grecia nel 2015. Grazie cioè alla legge sulla stampa: c’è la damnatio memoriae nel Pd – cioè nel Pd no, nei suoi giornalisti.

Alcuni sindaci hanno detto e fatto cose colorite all’inizio del lockdown per far capire ai concittadini che non dovevano uscire di casa. Da New York a Pechino si sono divertiti, in una certa Italia no. Il “Venerdì di Repubblica” scomoda giuristi, politologi e sondaggisti per censurare “le Sturmtruppen italiane dei sindaci furiosi”, “effetto collaterale del virus”, “piccoli borgomastri da marciapiede”, “alcalde del Sud”. Non c’è umorismo a sinistra, in una certa sinistra.
  
La Lega non sa se incolpare dell’epidemia i tedeschi, presenti in gran numero in Lombardia e nel Veneto, oppure il Sud. Ma non è sola, i suoi elettori la pensano allo stesso modo: i sondaggi non segnalano crolli della Lega, al contrario. Ha disamministrato, ha provocato un’ecatombe umana, ha immiserito l’Italia, e niente: l’Italia era già perduta prima del virus (la Lega è più forte del virus).

Il pio professor Ricciardi, direttore (uno dei direttori) dell’Oms, punta di diamante dello schieramento cattolico progressista, consulente del governo e di ogni ente impegnato contro l’epidemia, si sollazza prendendo a pugni Trump. Ogni tanto dicono la verità anche fuori dal confessionale.

Zitta zitta, quatta quatta, nel mondo distratto dal coronavirus, la Cina di Xi fa arrestare a Hong Kong i giovani che hanno alimentato la protesta. Una non notizia.

Ma la Cina e il Pcc restano sempre più in cima alla scala del lusso, al top dell’Occidente, del Sogno Occidentale: a Guangzhou (Canton) Hermès ha fatturato il giorno della riapertura dopo il lockdown tre milioni di dollari. Una sola borsa, Hymalayan Bird, di coccodrillo tempestata di diamanti, è stata venduta per 295 mila dollari. Un comunismo che non  si fa mancare nulla. E se ne vanta.

Il cardinale australiano Pell è stato assolto dopo un anno di carcere su sollevazione dell’opinione pubblica per un’accusa di pedofilia palesemente falsa. Al processo l’accusa si è dovuta dichiarare, e consisteva nell’abuso di due chierichetti, in uno sgabuzzino, alla fine di una cerimonia solenne, con indosso i paramenti, due diaconi e un cerimoniere al seguito, e 16 ministranti – in uno sgabuzzino non ancora costruito.
Ma il processo non è stato una vendetta di mafia o massoneria. O meglio: l’accusa sarebbe partita da Roma.

“Nel 2019 agenti e intermediari hanno incassato per i trasferimenti internazionali (dei calciatori) 653,9 milioni di dollari. Quasi il triplo del 2014. Con i trasferimenti nazionali (italiani), l’ammontare delle commissioni viaggia verso il miliardo a stagione”, “Il Sole 24 Ore”.
Quello dei procuratori è un mercato a sé. Si comprano e si vedono calciatori, spesso senza mai mandarli in campo, senza esigenze tecniche o di marketing, solo per generare commissioni. Che poi si dividono?

Il fenomeno è particolarmente acuto in Italia. “Nell’ultimo quinquennio la spesa dei club (di calcio) italiani per mediazioni su trasferimenti o rinnovi contrattuali è stata di 775 milioni di euro”, “Il Sole 24 Ore”. Una cifra folle.
Nel solo 2019 i procuratori hanno incassato 13,7 milioni dagli atleti che rappresentano, e 188 milioni dalle società di calcio. A beneficio di chi?

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