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lunedì 30 novembre 2020

Dopo il matrimonio c'è un domani

Un formidabile exploit. Di Annette Benning soprattutto, e del regista-autore William Nicholson, sceneggiatore di film di successo, drammaturgo, che filma in proprio un suo dramma di vent’anni fa, “Hope Gap”. Della donna che il matrimonio vive scontato, finché il marito non la lascia, al trentesimo anno di vita coniugale.
Un dramma senza drammi: niente Ibsen, un dramma borghese, comune, ovvio, nell’inciampo, nello svolgimento, nella conclusione. Fra persone ordinarie, seppure con le loro peculiarità, come è di ognuno. In una relazione di cui niente lasciava presagire la crisi. Ma la stanchezza è un motivo. Sul presupposto ovvio che “il matrimonio funziona se entrambi i coniugi vogliono che funzioni”. E tuttavia un dramma speciale. Come lo è ogni anche minima o consueta o scontata vicenda umana. Ma qui con arte, con pochi “attrezzi” cinematografici: pochi personaggi, poche scene, poche ambientazioni, pochi esterni, e sempre gli stessi, le stesse luci e inquadrature. Sul viso, i tagli, le parole di Benning, eterna giovane amante della poesia, con la quale si esprime.
Un film parlato, di parole, come si diceva il teatro di parola, ma in realtà calcolato finemente, nelle immagini, il taglio, la successione.
La crisi del matrimonio non è un dramma. O meglio, lo è ma non una dannazione. E può aprire una nuova vita – cambiare fa bene.
William Nicholson, Le cose che non ti ho detto, Sky Cinema

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