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giovedì 21 gennaio 2021

Ombre - 546

“«Non vi vedo, non si sente». I buchi nella didattica online. Problemi nel 30 per cento delle scuole”. No, in tutte. A metà anno, col primo quadrimestre saltato per molti licei, emerge la verità della “rivoluzione informatica”. Timidamente, affidata alle cronache locali.

In molte scuole manca la fibra ottica. Cioè non manca, Tim è attenta a incassare come se: non funziona.
 
Il bello della dad, didattica a distanza, sarà anche del lavoro da remoto: che si può lavorare girandosi i pollici.
Nell’insegnamento la produttività non è cresciuta. Nel lavoro pure, quello di cui come utenti si ha pratica, la banca e l’assicurazione.
 
Due berlusconiani salvano il governo quasi-Pd. Su disegno di Berlusconi? Non si può sapere. Ma lui tace. E sono sempre suoi fedelissimi, prima Verdini, poi Rossi, che salvano il Pd a trazione “popolare”, cioè democristiana. Senza premio, non visibile: niente ministeri né incarichi speciali – Berlusconi ha altre vie.

Tace Di Maio con tutti i 5 Stelle sul salvataggio berlusconiano del governo. Con Berlusconi mai, eccetto che per la poltrona.

Berlusconi è sempre stato un vecchio Dc, da quando andava da De Mita col pacchettino regalo in mano, accompagnato da Confalonieri, introdotto da Clemente Mastella, allora giovane e sornione addetto stampa e factotum. Quando emerse in politica, negli anni 1990, la vecchia Dc era certa che l’aveva fatto per recuperare il voto, che presto avrebbe “restituito” - Casini, Follini, probabilmente anche Prodi, ritenevano Berlusconi malato terminale.
 
Molto imbarazzo, nei commenti dei costituzionalisti, e molte reticenze. Per rispetto al presidente Mattarella, ex giudice costituzionale. Ma è sotto gli occhi di tutti che la crisi è condotta istituzionalmente nel peggiore dei modi, giustificandosi con la Costituzione, che finché il governo ha i voti in Parlamento è legittimato. Ma un governo è lì per governare. Nel migliore dei modi, e comunque non con la corruzione, per quanto mascherata. Renzi ha aperto al crisi dicendo i piani del Recovery Fund non buoni e non chiari. Obiezioni? Silenzio.
 
Il presidente della Repubblica ha un ruolo attivo, di persuasione politica (moral suasion), e non notarile, come si dice da verginelle offese. Mattarella conosce i piani del Recovery Fund? Li approva? Non ha sospetti? Perché non ne parla? Potrebbero interessare anche l’opposizione.
 
A Roma, dopo sei mesi di polemiche e preparativi, che hanno impegnato il Campidoglio e la Prefettura, di piani di ripartizione degli studenti in fasce orarie, i bus usati dagli studenti superiori sono “sempre pieni”. La sindaca non se ne occupa, l’Atac nemmeno, la colpa è di chi vuole andare a scuola, e insiste.
 
“L’Inter dipende adesso non tanto da una propria crisi ma da una decisione di politica interna del governo cinese”. Così Sconcerti alla viglia di Inter-Juventus. L’unico giornalista che sappia come funziona la Cina?
 
“Occhi sulla rete”, ammonisce il comandante dei Carabinieri Luzi, “contro il traffico dei vaccini falsi”. Una volta i falsi, i delitti in genere, erano marginali: se ne dava notizia perché erano un’eccezione, facevano scandalo. Li si reprimeva e basta. Ora sono al centro: ci sono i ristori, attenti agli abusi, c’è il Recovery Plan, attenti alla mafia, c’è il vaccino, attenti ai falsi. È un problema di fatto (il vaccino falso?) o di prospettiva? L’apparato repressivo non dovrebbe reprimere, e marginalizzare, il crimine, o magnificarlo?
 
Su dileggiava Scilipoti, che è medico di professione e persona non corrotta, si inneggia ai “responsabili”,  “costruttori”, “ideatori”. È cambiato qualcosa? Sì, i moralisti sono al governo. Basta la parola - a parte gli affari?
 
Della Lazio che “schianta la Roma”, titola “la Repubblica”, la schianta nel derby non in una gara qualsiasi, l’unico che prende 6, il voto più basso, è l’allenatore Inzaghi – uno che vince tutti i derby, che a Roma equivalgono al campionato. Per fare un favore a Lotito in fase di negoziazione del contratto dell’allenatore. È giornalismo?
Lo stesso Inzaghi ha 8 dalla “Gazzetta dello sport”, 9 dal “Messaggero”, 8 dal “Corriere dello Sport”, 8 dal “Corriere della sera”.
 
“Oggi le maggioranze si cercano in Parlamento alla luce del sole e senza vergognarsene” è vangelo di Franceschini. Cioè di uno che è stato segretario perdente del Pd, ed è ora un ministro della Cultura che tiene chiusi musei, cinema e teatri, i luoghi pubblici più sicuri – sicuramente più delle piazze e dei pub.
Le maggioranze si cercano in Parlamento secondo la Costituzione. Ma su programmi politici, non di posti, candidature blindate, e forse soldi.
 
“Non possiamo governare con chi si è identificato con Trump”, Nicola Zingaretti. Cioè con Conte?
 

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