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mercoledì 17 novembre 2021

Chi lavora non vota – o gli operai non votano Lega

Un riesame del voto delle amministrative conferma che il centro-sinistra, aggiudicandosi dieci capoluoghi di provincia su quindici, ha raddoppiato il risultato del voto precedente, da cinque a dieci città, con Roma e Torino nel numero. Ma il. centro-destra è cresciuto ancora al Nord, nei centri urbani di media grandezza, sopra i 15 mila abitanti. Città a sinistra, provincia a destra, dunque? Si e no.
Il centro-sinistra ha vinto dove l’astensione è stata maggiore. Superiore al 50 per cento nelle cinque maggiori città: Milano (53,3 per cento), Roma (53,0), Napoli (55,4), Torino (53,7) e Bologna (50,1), a fronte di un’astensione nazionale del 45,3 per cento. E nelle grandi città l’astensione è stata soprattutto “operaia”, nei quartieri popolari. A Milano: Quarto Oggiaro 62,8 per cento (più 10,3 per cento sul 2016), Comasina 59,4 (+ 9,7), Bovisasca 58,7 (+ 10,5), Baggio 57,2 (+ 10,0). A Torino: Vallette 64,8 (+9,8), Falchera 62,0 (+ 12,3), Mirafiori Sud 61,4 (12,3), Barriera di Milano 60,2 (10,8).
Consegue chiaro da questi numeri anche che gli “operai” non votano Lega. La Lega alle amministrative ha preso nelle grandi città – pur non tenendo conto di Napoli, dove non aveva presentato liste – solo un quarto del voto ultimo alle Europee del 2019. Gli “operai” non vanno a votare.  

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