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lunedì 22 novembre 2021

Gualtieri nella spazzatura

Ma Gualtieri sa qual è il problema? Ieri era un mese che il professore, storico contemporaneista, già ministro dell’Economia, è sindaco, e in questo mese la spazzatura non è stata mai ritirata. Nemmeno, vivendo in un quartiere con la differenziata nei cassonetti, l’umido, che pure prende poco spazio ed è il rifiuto più facile e produttivo da riciclare: il cassonetto è strapieno, non “riceve” più, e l’umido puzza, e infetta. Il quartiere è piuttosto disciplinato ma carta e cartoni bisogna tenerli in casa, e anche platica e metalli: non solo i cassonetti sono ingombri ma anche gli spazi attorno.
Il neo sindaco in un mese ha trovato solo il tempo per un regalo ai netturbini, il famoso premio contro l’assenteismo, e questo è un cattivo presagio: fa capire che probabilmente il neo sindaco non ha capito nulla. Certo, un Comune si governa facendo piuttosto che punendo, ma sempre con mano ferma. Fare in questo caso significava e significa sfiduciare l’Ama, rinnovarne la gestione, e organizzare i controlli. Non solo a Roma, ma in ogni città di ogni parte del mondo, i controlli sono il cuore della buona amministrazione.
Il caso del sindaco Marino, dello stesso partito di Gualtieri, sfiduciato e cacciato dal Campidoglio con disonore (poi riabilitato, roba sovietica, nel 2020…) dai vigili urbani di cui aveva tentato di controllare l’assenteismo e la corruzione, non fa testo: Marino è stato cacciato dal suo stesso partito, che a Roma era pieno di gente corrotta. Questo non dovrebbe essere più il caso ora – molti corrotti sono stati snidati e condannati - e comunque non fa testo.
Un intellettuale sindaco può trovare difficoltà a fare l’amministratore. A controllare le pratiche, i carichi di lavoro, l’assenteismo, ed eventualmente altri abusi. L’altro intellettuale sindaco di Roma, Argan, debuttò dicendosi soddisfatto se fosse riuscito a far segnare il tempo agli orologi del Comune nelle piazze. Perlomeno è rimasto nel (suo) ruolo. Ma aveva dietro un partito robusto e non corrotto, che lo affiancava con gente robusta come Vetere e Petroselli, che gli sarebbero succeduti – rinnovando la città, con le sue bellissime, malgrado tutto, periferie. Gualtieri è persona mite, ma allora perché fa il sindaco, a Roma?    

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