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venerdì 13 maggio 2022

Il potere non ha colpa

Formidabile apologo sul potere, imbattibile, indistruttibile. Anche se criminoso, deliberatamente. Petri e Ugo Pirro, ideatori e sceneggiatori, lo fanno risalire a una considerazione di Kafka, che però riguarda la Giustizia, mentre qui si tratta di potere bruto. E in una tragedia che va avanti con i toni e gli equivoci della commedia.
Il poliziesco commissario capo della Criminale, che mai delitto ha lasciato impunito, uccide l’amante senza un motivo e lascia dappertutto le tracce che devono incolparlo: impronte, testimonianze, materiali a lui riconducibili. E niente. Si autoaccusa e si fa accusare. Niente, non c’è niente d a fare. Si ride amaro per tutto il film, ma c’è come una catarsi alla fine, a sentirsi estranei a tutto ciò. Al Potere. Con una tensione drammatica costante, che lo fa classificare fra i cento film al mondo da salvare.
Una considerazione. Non è il solito film in cui si dileggiano bonariamente alcuni aspetti della Polizia, lo scarso italiano (la lingua), i piantoni alla Catarella. Si prende la Polizia italiana di petto, nei suoi modi e i suoi metodi. Nel 1970. Allora, quando c’era la censura, si poteva.
Elio Petri, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Sky Cinema


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