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lunedì 19 dicembre 2022

La Bce al guinzaglio della Fed – o la Ue non è gli Usa

La politica monetaria confidata alle banche centrali, senza più alcun potere di indirizzo dei governi, non è una canalizzazione entro criteri “tecnici” (norme di buon governo) ma un capestro, affidato a boia inaffidabili se non sanguinari.
La Fed non è intervenuta prima contro l’inflazione, quando avebbe potuto con mano più lieve, per non contrastare la Bidenomics, i tre piani di gigantesca spesa federale del governo Usa: American Rescue Plan (2 mila miliardi di dollari), Infrastructure and Jobs Act (1,2 mila miliardi) e Inflation Reduction Act (750 miliardi).  
La Fed è intervenuta tardi e male. E la Bce si adegua, senza più. 

La Bce non capisce (Draghi fece eccezione, ed è per questo un monumento) una differenza semplice tra Europa e Stati Uniti: gli Stati Uniti possono creare debito senza limiti, federale, statale, col mondo, l’Europa no.
O anche si può dire, il caso, dell’indigenza più che dell’ignoranza dell’Europa. Che è nata all’insegna del “vincolo esterno”, del potere taumaturgico tra i suoi membri di non si sa quale entità superna. Purtroppo teorizzato, in Italia, da Draghi e dal presidente Ciampi (nella opinione italiana a lungo si è fatto credere che l'Arcangelo fosse Angela Merkel…). E ora si fa essa stessa soggetta a un mitizzato “vincolo esterno”, benché sia, scoperto e anzi 
dichiarato, americano.   

  

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