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lunedì 19 dicembre 2022

Banche virtuose, banche centrali ignoranti

È come se le banche, private, controllatissime dalle banche centrali, capissero e aiutassero l’economia, e le banche centrali, pubbliche, che controllano le banche, i governi e le economie, sapessero di economia (produzione, distribuzione, prezzi) giusto per qualche infarinatura. Talmente macroscopici, potenzialmente micidiali, sono gli errori che la Federal Reserve americana e la Banca centrale europea hanno accumulato e manifestano. Di giudizio e di governo. Cieche su fatti visibilissimi.
Intesa, per dire, moltiplica i fondi dedicati a questo o quel settore produttivo, a condizioni specifiche, settoriali e regionali, per aiutare il rilancio dopo il covid, e alleviare l’impatto del caro-energia. Unicredit ha di suo un’intelligente moratoria su prestiti e debiti – che sembra alla Eduardo, “a da pass’a’ a nuttata”, ma è, era, la funzione della banca, assistere nel bisogno e non precipitare la fine. La Federal Reserve Usa invece, che ha sottovalutato l’inflazione un anno fa, prima della guerra russo-ucraina, accumula rincari dei tassi in percentuali e a ritmi esorbitanti, come se l’inflazione fosse una bestia selvaggia da addomesticare – ora che, invece, è per molti segnali già addomesticata. La Bce, che non sa fare niente di suo, si adegua.
L’andamento difforme dell’inflazione è anche un segnale degli interessi divaricanti dell’Europa e degli Stati Uniti. Ma come spiegarlo alla Bce.

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