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mercoledì 21 dicembre 2022

Pasolini religioso

Pasolini era religioso. Molto. Sempre. Il solo. Riguardando “La ricotta”, il suo film breve di quasi sessant’anni fa sulla Passione, fatta rivivere dal vero a un “povero Cristo” sulla scena, la cosa emerge come una verità poviana, bene in vista come la lettera rubata. 

La scena è di un film sontuoso che Orson Welles dirige, il dittatore superficiale e spietato del set, tutto all’opposto di Pasolini regista, ma sua proiezione - “ho girato otto km. di pellicola”, dirà in altra occasione, o sei, o cinque, “non so che film ne verrà fuori”.
La lettura recente di “Romàns” aiuta, il racconto – forse la prima prova di Pasolini narratore - dell’impulso sessuale che agita il giovane prete. Che si chiama Paolo, come Pasolini. Il quale tutta la vita sarà lettore, studioso, esegeta e interprete di san Paolo, in una personalissima identificazione, della sua missione furiosa. La corrispondenza coeva a “Romàns” con Carlo Betocchi, persona e poeta quasi di sacrestia, reciprocamente rispettosa e anzi amichevole benché a distanza. Il concetto di comunità, agape, variamente declinato. Il Cristo sempre amato, altra identificazione. La madre Maria. La colpa, sempre vissuta - come l’impegno. L’abbandono del Cristo, della grazia - il Cristo abbandonato dal Padre. Il vagare incerto, fuori della grazia, di “Uccellacci e uccellini”.
L’apologo fa parte di un film a episodi, come allora usava, intitolato “Rogopag” dale iniziali dei registi, Rossellini, Godard, Pasolini, Gregoretti. Classificato nel genere commedia. Quella di Pasolini (che naturalmente fu oggetto dell’ennesimo processo, e dell’ennesima censura – piccoli tagli, qui reintegrati) è amara, e uno ne viene confermato alla prima impressione di un Pasolini incapace di leggerezza, di ridere e far ridere. Malgrado la crudezza delle immagini, è però una satira. Del mondo falso del cinema, per il quale nessun sacrificio è di troppo – paradigma dell’eterna questione della borghesia di cui Pasolini si è fatto purtroppo carico: cosa non si fa per andare sullo schermo. Che è però anche, nel caso, l’unica possibilità di sopravvivenza – o della sopravvivenza come morte.
L’impegno di Pasolini si dice e si vuole sociale e politico, ma è cristiano, anzi cattolico. E radicale, irrimediabilmente. Al cinema come in moltissimi testi poetici – non solo nei titoli delle raccolte. Un’indagine specifica sicuramente sarebbe fertile.
Pier Paolo Pasolini, La ricotta, restaurato, free online chili.com

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