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domenica 5 marzo 2023

L’Europa resta indifesa

Molti annunci, anche roboanti, poca sostanza: la difesa europea si rinnova, dopo gli extrabuget tedesco e francese, ma nel senso di rinnovare gli arsenali, niente di più. La Zeiutenwende tedesca, il cambiamento epocale, con 100 miliardi subito di spese militari, e la “legge di programmazione militare” di Macron 2024-2030, con 413 miliardi da spendere nei sette anni, non cambiano molto, a una lettura dei contenuti dei due provvedimenti.
Il governo tedesco di coalizione, sinistra, destra (Liberali) e Verdi, punta a un “partneriato atlantico rafforzato”. Fa cioè il suo dovere nel quadro Nato, come voleva già Trump, portando gli impegni militari al 2 per cento del pil – i 100 miliardi della Zeitenwende si spalmano su più anni. L’aumento della spesa si giustifica anche - in Germania come in Italia e altrove nella Nato – con la necessità di rinnovare gli arsenali dopo l’impiego di quelli esistenti in Ucraina. Ma niente per una difesa europea, né spese né idee.
Lo stesso per il programma francese. Molto più sostanzioso di quello tedesco, quattro volte tanto. L’obiettivo è, come Macron ha pure detto, di ammodernare il deterrente nucleare, e di trasformare l’esercito, dopo i fallimenti in Africa, da corpo di spedizione a formazione territoriale per conflitti “ad alta intensità”. Nessuno spiraglio, nemmeno un auspicio, per una difesa europea – assenza tanto più notevole per un personaggio che si era qualificato per un progetto di rinascita continentale.  

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