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mercoledì 3 gennaio 2024

Alla fine del mondo, la remissione dei peccati

Aspettando l’asteroide che (forse) si abbatte sulla Terra, un gruppo di begli amici, in una bella casa sul mare di Torre Paola al Circeo, rammenta o svela ciò che poteva essere, o fu-e-non-fu. Principalmente relazione amorose. Sulle note di Leonard Cohen, Dance me to the end of love. Intervallandole con notazioni di fisica einsteiniana, sul tempo che si dilata e lo spazio che si curva – dal saggio di Carlo Rovelli, da cui il film trae il titolo. E c'è già il granchio blu, "che ci distruggerà ". Per i 5o anni della padrona i casa una festa sui generis.
Si direbbe niente, un teatrino boulevardier, ma Cavani, novantenne, riesce a montarci un racconto godibile - solo un po’ insistito – di cui è anche soggettista e sceneggiatrice. Coadiuvata da un cast di grandi interpreti. Per prima Ksenia Rappoport, la più in sintonia con la minacciosa leggerezza della situazione, col problematico Edoardo Leo (riuscirà mai a liberarsi della maschera?), i padroni di casa che celebrano i cinquant’anni Gerini e Gassmann, e Valentina Cervi, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, tutte di una recitazione non-recitata (“spontanea”), e il recupero di Angela Molina, altra -enne, star del cinema italiano e spagnolo cinquant’anni fa.
Cavani, è curioso, ma dà il meglio di sé con attori-attori – spesso, dopo, in ombra: Bogarde e Rampling nel “Portiere di note”, Mastroianni-Malaparte, Burt Lancaster e Cardinale ne “La pelle”, Rourke, Bonham Cater, Ferréol in “Francesco”.
Liliana Cavani, L’ordine del tempo, Sky Cinema, Now

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