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giovedì 19 gennaio 2012

La poesia è triste, del singolo, solo, scontento

Anna Maria Carpi è la scelta poetica di Alfonso Berardinelli per il 2011, che la classifica tra gli autori autobiografici. Parliamo di Saba, Bertolucci, Penna, Giudici, Cavalli. Per una ricorrente vena memoriale, dell’infanzia come fu e avrebbe potuto essere, degli amici e dei viaggi. In Russia meglio che in ogni altro posto, benché Anna Maria Carpi sia distinta germanista, l’ultima interprete di von Kleist. Altro non c’è.
È la poesia dei “singoli, soli e scontenti”, dice lei stessa tristemente, un potenziale inespresso sebbene applicato. Anna Maria non trova di meglio che invidiare anche il cieco, mendicante. E di Celan dice: “Tu non puoi, Nessuno, non esserci:\ NON e NON, se lingua è lingua,\ è uguale a SÍ”. E il triplice NON? O l’amore gioia di vivere, e la gioia di vivere amore – un gioco di parole? L’apparato gnomico e di echi colti tiene la porta aperta: “In questo forse\ sono un figlia del mio tempo\ dove nessuno basta più a nessuno”. E quindi, forse, senza Berardinelli senza colpa.
Anna Maria Carpi, L’asso nella neve, Transeuropa, pp. 124 € 10

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