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mercoledì 20 giugno 2012

Ombre - 135

I giornali fanno deridere Napolitano da personaggi quali Ingroia e Di Pietro. Senza un motivo, senza un fondamento. Senza difese: un galantuomo contro due giudici politicanti. Non ha il governo il dovere di proteggere il presidente della Repubblica? Non c’è un governo? Non c’è un Csm, con un certo Vietti? Non ci sono partiti, solo Di Pietro e le intercettazioni?
È però vero che se è uno è un agnello non può farsi leone.

L’Italia può vincere contro Rooney. Oppure può perdere. Ma se perde ci saranno guai al Gay Village. E non potremo che difenderlo. Ma perché provocare?

Il diritto dirotto
Ecocompatibile
tutto è possibile
poiché è ribaltabile,
basta la parola,
che la melma irrora
e il cumulo degli stimoli
a fondo perduto,
tumuli di cimoli,
invece onora,
l’ozioso linguaggio
rendendo odioso.

Gherardo Colombo, magistrato, Democratico ex Pci appassionato, si vuole tecnico in Rai? Di ruote di scorta?

Che fine hanno fatto le ossa “scoperte” nella bara di Renato De Pedis a Sant’Apollinare?
Come nasce Emanuela Orlandi sepolta nella bara di De Pedis? Da una telefonata a “Chi l’ha visto?” nel 2005. La fece Giuseppe “Sergione” De Tomasi, noto prestatore di denaro, come il defunto De Pedis, a pokeristi e altri giocatori, ora sotto processo per usura. Giornalismo? Giustizia? Irrisione?

Monti racconta, non è la prima volta, compiaciuto l’aneddoto dell’emiro del Qatar, che alla sua richiesta d’investire in Italia risponde di no. Perché, dice, “in Italia c’è la corruzione”.
Non è vero, l’emiro vuole la Snam e, se fosse possibile, anche l’Eni. Ma questo non importa. Farsi dare lezioni di moralità in affari da un emiro dice tutto Monti – a partire dallo scarso uso di mondo. Rifilarle agli italiani è disprezzo.

Il titolare di Valvitalia, azienda di componenti per l’industria petrolifera, ha i conti bloccati in Germania, dice, perché ha onorato contratti di esportazione verso l’Iran sottoscritti prima del blocco economico. Mentre la Germania esporta liberamente verso l’Iran. Magari non è vero, ma è possibile. È anzi probabile: i tedeschi sono infami con la concorrenza.
La Bundesbank in realtà non ha bloccato i conti, li ha solo congelati in attesa di un’indagine. In corso da sei mesi.

La Procura di Palermo diffonde presunte intercettazioni di Mancino col Quirinale, col consigliere D’Ambrosio in particolare, per condizionare l’inchiesta a suo carico della stessa Procura. Poi il capo della Procura Messineo si sbraccia a spiegare a Maria Antonietta Calabrò che mai nessuna pressione, di nessun tipo, è stata effettuata da nessuno al Quirinale. Ci prende in giro? Si prende in giro?
Le intercettazioni che girano da sole però sono un’idea – Palermo è proprio il luogo adatto per inventarla, il ludibrio vi è senza limiti.

Il giornalismo italiano si è diviso nella settimana tra i travaglisti e gli anti-travaglisti. Di Marco Travaglio, s’intende, il giornalista antiberlusconiano. Sembrerebbe impossibile ma è così: i miglior giornali si sono schierati. E uno non sa se ha sbagliato professione, paese, mondo. La stupidità esiste.

Renato Mannheimer dice che, se si votasse ora, il partito di Grillo vincerebbe, con almeno un quarto dei voti. Non preso sul serio nemmeno sul suo giornale. Ma almeno si divertono?

Il Procuratore Capo di Palermo, e uno dei due giudici che hanno condotto l’inchiesta sulle collusioni Stato-Mafia, si rifiutano di firmare l’atto d’incolpazione di mezzo governo Ciampi, 1993. Sembrerebbe un fatto grave, ma ha solo mezza riga, criptica, nella mezza pagina di cronaca di Bianconi sul”Corriere della sera”.

Al processo per lo spionaggio Telecom, Tavaroli conferma: “Ho spiato Moggi su richiesta dell’Inter. Consegnai i dossier al vicepresidente Facchetti”. Per il “Corriere della sera” non è una notizia. Zero.

Narducci, il giudice che ha distrutto la Juventus e mezzo calcio senza nessuna ipotesi di reato (il traffico d’influenze), s’era imposto un anno fa come assessore al suo sindaco, che ora esasperato lo dimette. “Credo che abbia problemi con la magistratura”, dice il sindaco. “Mai avuto problemi, forse qualcun altro”, ribatte il giudice-(ex)assessore – e intende: il sindaco, anche lui giudice. Galantuomini?
È il modo d’essere dei giudici, rancorosi e vendicativi. Anche se i fatti avvengono a Napoli – dove altro?

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