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sabato 20 aprile 2013

Ombre - 173

Dicevano Prodi divisivo. E non ha perso l’occasione: “Qualcuno dovrà pagare”, ha detto della sua bocciatura. E non voleva dare ragione a chi lo ha silurato. Saggezza?

Renzi già si vedeva presidente del consiglio, con Prodi al Quirinale. Era sceso per questo imprudente a Roma, pur non entrandoci nulla con l’elezione del presidente, per “rottamare” ogni altro pretendente. Ma queste cose non ce lo dicono.

Non ci dicono nemmeno del compromesso storico, di cui questa è una delle (ultime?) catastrofi. Non un commento. Nemmeno un corsivo, un sommarietto. Poi dice che c’è la censura.

Gotor si fa storico imparziale sul “Messaggero”: “Siamo passati dall’antipolitica all’irresponsabilità”. Non  era quello che nel giorno del post-voto dimostrava a ogni ora del lungo pomeriggio, in uno dei tanti salottini della Rai, di non capirci nulla? Non aveva la “linea”.

Nel giorno della fine del Pd, il “Corriere della sera” ha un grande scoop, il memoriale di Gotti Tedeschi che fa i nomi dei clienti italiani dello Ior. Segreto. Da diffondersi in caso di “incidente”. Uno doverosamente lo scorre, e ci vede solo allusioni a Geronzi , smentite da ogni altro testimone a supporto. Che squallore!
Altri giornali hanno il documento segreto, ma lo prendono per quello che è, il solito “memoriale” del ricatto.

Simonetta Agnello-Hornby evoca Gheddafi su “Repubblica”, a proposito di Margaret Thatcher, e la Corea del Nord. Pur sapendo che è stata il primo capo di governo donna nel vasto e progredito Occidente. E una che ha salvato la Gran Bretagna, letteralmente – che è il paese dove la baronessa vive e prospera. “Repubblica” corrompe anche le baronesse? Le baronesse amano farsi corrompere?

Ovunque si ricorda che Thatcher fu liquidata dal suo stesso partito, non dagli elettori. Come se fosse una liquidazione “morale”, etica. Senza ricordare che invece fu liquidata come commoner, donna volgare, “con la borsetta”.

Amato è “l’ex sottosegretario di Craxi” per il “Corriere della sera”.  Poi si dice l’odio – che il Muro non sia ancora caduto nemmeno per i “liberali” la dice lunga. A che gioco giocano i Grandi Giornali?

Scappano tutti,  i soci indipendenti (fuori dal patto di sindacato) di Rcs, l’editrice del “Corriere della sera”: Della Valle, che ha (almeno) il 9 per cento, e Merloni. Rotelli invece, che ha il 26 per cento, e quindi dovrà sborsare 170 milioni, tace. Lui, benché fuori dl patto nobiliare, è vice-presidente. Pagherà per lui Banca Intesa?
Questo Rotelli senza faccia è sempre più uno pseudonimo di Nanni Bazoli, un porteur.

Della Valle minaccia azioni legale contro il nobile parterre del “Corriere”, per il quale ha speso un paio di centinaia di milioni. È un denunciatore, e non c’è da meravigliarsi. Ma non dice una cosa sbagliata: il piano di ristrutturazione e ricapitalizzazione dell’editrice del giornale “non fa altro che togliere soldi agli azionisti per darli alle banche”. Tra queste le banche azioniste, Mediobanca e Intesa per prime. Una storia molto milanese, si sa già che la cosa verrà messa a tacere – qui non c’è conflitto d’interessi.

Anche il silenzio del sindacato dei giornalisti è molto opportunista. Il piano di ristrutturazione prevede la liquidazione di un terzo dei redattori del “Corriere”, ma quando Della Valle tira in ballo le banche,  i redattori tacciono: ognuno spera di salvare la pelle. Ognuno ha i suoi canali, personali,  familiari, politici, professionali, con le banche.

Si suicida (“buona morte” assistita in Svizzera) il giudice Pietro D’Amico, 62 anni, accusato da De Magistris a Catanzaro di avere divulgato segreti d’ufficio e assolto due anni fa - insieme con gli altri giudici di Catanzaro e un carabiniere accusati dal giudice napoletano “con prove evidenti”. D’Amico aveva lasciato la magistratura dopo l’assoluzione. Ma non era sfuggito alla depressione – i suoi “amici” svizzeri dicono che ha voluto morire per questo.
Le cronache di “Repubblica” e “Corriere della sera” non menzionano De Magistris: l’associazione mafiosa è con De Magistris o con la “giustizia”?

Tre inchieste propagandate con interviste e da Santoro e tre fallimenti: De Magistris a Catanzaro aveva accusato trenta tra politici, professionisti e imprenditori di sinistra in Basilicata (inchiesta “Toghe lucane”),  mezzo mondo politico nazionale (inclusi Prodi e Mastella) con l’inchiesta “Why not” sui fondi europei per la formazione, e con l’inchiesta “Poseidon” sui fondi europei per la depurazione. Tutt’e tre bocciate dal giudice per le indagini preliminari. Non ha pagato per le denunce in tv, e anzi ci ha fatto su una carriera.

Non paga nemmeno la Rai, che tanto spazio e credibilità ha dato a De Magistris. Sugli affidamenti di due personaggi già condannati e screditati – uno dei due perfino in prigione.

Giorgio e Lucrezia Dell’Arti ricordano Teresa Mattei su “Io Donna”. Donna per molti aspetti notevole, partigiana, deputato . Ma evitano di dire il fatto per cui più è nota: che era a Firenze la donna di Sanguineti, per conto del quale indicò ai killer il filosofo Gentile, che tanto la stimava.

Patti Smith si fa le prime pagine nel mondo intero, con foto, andando dal papa in piazza il mercoledì. Perché Francesco presta gratis la sua immagine? Non ai poveri.

Arbasino dice la Thatcher “la donna di ghiaccio del sado-masochismo”. E la Merkel? Le donne sono sadiche? Le donne al potere.

Con la stessa faccia di bronzo con cui dava della puttana a Letizia Noemi, una vergine, Veronica Lario insiste a Milano che 100 mila euro al giorno non le bastano, non mangia abbastanza. Nulla di allarmante, l’impero sopravviverà, anzi in questi giorni pur difficili prospera – “Veronica” è stata con Berlusconi per 29 anni, e tre figli, i due s’intenderanno. Ma una donna così è icona della sinistra. Una donna (infine) liberata?

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