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lunedì 7 ottobre 2013

Il ritorno di Prodi, con Renzi

Prodi non si sente vecchio e non vuole comunque essere lasciato fuori dalla nuova San Ginesio, l’Alfano-Renzi-Letta. Ritenendosi lui l’alfiere del partito neo guelfo. Non più il resuscitatore, faticosamente attraverso l’Ulivo, e poi prima tessera del Pd, dei resti del compromesso, ma primo indubbiamente degli (ex) democristiani.
Si è già fatto sentire, dopo un semestre abbondante di silenzio, e più si farà sentire in chiave congressuale al Pd. Quando la triade si delineava ha attaccato, in un’intervistona con Alan Friedman ,D’Alema, glie ex comunisti del Pd. Trascurato dai tre, riattacca con Sandra Zampa, che nella cronaca dei “Tre giorni” in via di pubblicazione – i tre giorni della candidatura e il siluramento di prodi al Quirinale – manda una serie di messaggi anche agli ex Dc. Con l’esclusione di Renzi. E delinea il perimetro. No a Monti: barattava il voto a Prodi con la riconferma al governo. No a Rodotà: un grillino dell’ultima ora che sorprese per l’intransigenza anti-Prodi lo stesso Grillo.
È una riconferma – una ridiscesa in campo – che è anche una novità. Zampa scrive, Prodi parla. Parla chiaro, una novità assoluta.

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