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lunedì 7 ottobre 2013

Un altro sguardo sui femminicidi

L’uomo investe di più – di più della donna – nel matrimonio e nei figli? Efferatezza e frequenza non lo consentono, ma uno sguardo più appropriato alla radice di questo scoppio di violenza sarebbe necessario. Che non è quella del maschilismo. Il maschilismo non c’è più in nessun territorio e in nessun ceto sociale, non in Italia (il fatto non è indagato, ma è agli occhi di tutti). C’è invece nelle leggi, che presuntivamente imputano il fallimento della coppia o del matrimonio all’uomo, nella divisione dei beni e nella tutela dei figli.

La donna esce dalla coppia-matrimonio protetta, l’uomo sempre e comunque reo. Le leggi e la pratica favoriscono la donna. Nella presunzione che sia l’elemento debole per quanto riguarda i rapporti patrimoniali, fino alle tante situazioni ridicole determinate dall’applicazione automatica del lodo Jotti. E che sia invece ’elemento forte per quanto riguarda il rapporto con i figli. I frequenti casi di madri infanticide rubricando come vittime, mentre il padre infanticida è un autoritario e un patriarca fallito. Una revisione della pratica divorzile aiuterebbe molto la prevenzione della violenza. 

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