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giovedì 6 febbraio 2014

L’anema e core della barbarie

Ottanta secondi per uno scippo sono tanti. C’è tempo per richiamare l’attenzione, intromettersi, chiamare il 113, aiutare la vittima. Non a Napoli, dove nessuno si occupa della donna aggredita, nella videoripresa in rete, giusto un mendicante, per giunta “extracomunitario”. Mentre qualcuno rimette volenteroso in sella lo scippatore, caduto con la moto. 
Napoli è oltre ogni bontà. Nell’estate del 2008 ci fu - rilevata solo oltralpe – la Napoli che si faceva il bagno indifferente accanto al cadavere di due ragazze annegate. Un episodio eccezionale anche allora, che però è la realtà quotidiana, seppure meno stridente. Quante videate non abbiamo visto in questi anni di sparatorie e altre violenze a Napoli senza che nessuno si curi della vittima?
Napoli si vuole sempre nobilissima e anema e core – gli stereotipi di cui è vittima, che un’intellettualità vacua le ha cucito addosso. Mentre è a tutti gli effetti la vera città metropolitana italiana, senza cuore. Quando l’Italia dopo la guerra scopriva l’America, scoprì che a New York la gente andava di corsa, senza curarsi del morto sul marciapiedi. Napoli è la New York italiana. L’unica differenza è che New York è cambiata, si è umanizzata, Napoli no

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