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lunedì 2 giugno 2014

Marchionne vs. Merkel - 2

C’è una partita Marchionne-Merkel (che questo sito - roba da non credere - ha lesclusiva di avere segnalato, un mese fa, http://www.antiit.com/2014/05/marchionne-vs-merkel.html ) che data dal 2008, quando il governo tedesco nemmeno aprì la pratica Fiat per il salvataggio della Opel. L’Europa funziona così, e non c’è scandalo – solo in Italia si dice e si fa pensare che “siamo tutti europei”, cioè pecoroni. Ma non è questa la partita in gioco: Fiat-Chrysler vuole entrare nei segmenti alti del mercato dell’auto, quelli presidiati nel mondo dalle case tedesche, e questa sì, è una partita: la Germania non può impedirla e anzi la teme, malgrado le ironie dei suoi giornalisti.
Lo stesso Marchionne a Trento ha voluto fare il tedesco: faremo in cinque anni, ha detto, un modello Alfa Romeo più bello e conveniente di ogni modello Bmw. La partita è tutta da giocare. E quindi è possibile – come i giornalisti targati Volkswagen insinuaono – che Marchionne bluffi. Ma l’ad di Fiat-Chrysler ha con sé un fatto: ha reso la Chrysler in pochi mesi un gioiello che la Mercedes in dieci anni aveva ridotto al fallimento, depauperandola di ogni tecnologia. E ha dalla sua anche il quadro d’assieme: l’immagine del buon prodotto tedesco non è comprovata perché non è mai stata contestata – non è stata vista, volendo restare al poker. Volkswagen per esempio paga dividendi e premi di produzione stratosferici pur producendo e vendendo, come tutti, in perdita in Europa – cioè per metà della sua produzione globale, Cina e Brasile compresi. Nei bilanci Volkswagen non ci poté guardare neanche Monti, quando era commissario alla Concorrenza a Bruxelles - senza scandalo.

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