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mercoledì 4 giugno 2014

Più paura fa la giustizia

Più che Milano fa paura la “legge”, questa giustizia. Il modo di concepirla e il suo ordinamento. Lo stesso giorno in cui il Csm ha preannunciato la sua astensione, un Tribunale ha condonato la pena a un generale dei Carabinieri perché il poveretto, in vent’anni di processo, aveva già “scontato la sua pena”. Roba da non credere: non si vorrebbe considerare i giudici iniqui a tal punto. 
E tuttavia non c’è via di fuga. I giudici sono un apparato fascista, dagli ermellini alle eccellenze, ai privilegi, alle impunità. Sono legati al sottogoverno, ne sono anzi la peggiore specie: litigiosa, avida. Guadagnano troppo, e non vogliono limiti. Sono neghittosi: lavorano poco o niente, e di preferenza male. Alcuni di loro lavorano, ma la maggioranza no. Si sono appropriati la giustizia, e da questo punto di forza presiedono alle peggiori turpitudini: scandali a senso unico, indagini, denunce e sentenze politiche, corruzioni scoperte non denunciate e abbuonate, favoritismi in carriera, ritardi, inadempienze. Autori o paraninfi delle vicende più nere dell’Italia, da Piazza Fontana a Paolo Baffi, Mani Pulite e la corruzione dilagante.

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