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martedì 24 giugno 2014

Se Napolitano difende Bruti Liberati per Ruby

Si sveglia il presidente Napolitano dal sonno novennale nella sua carica di presidente del Csm per intimare al Consiglio di non sanzionare il Procuratore Capo di Milano, Bruti Liberati, nella lite col vice Robledo. La lite verte principalmente sull’avocazione da parte di Bruti Liberati dell’inchiesta su Berlusconi per l’affare Ruby. Napolitano protegge Bruti Liberati per quest’avocazione. Il che, sillogisticamente, porta a Napolitano persecutore di Berlusconi.
La cosa non si dice, ma si sa. E oggi più sinistramente s’illumina del goffo no dello stesso Napolitano alla riforma della P.A. Un no che si sa essere stato argomentato e pronunciato da Donato Marra, segretario generale del Quirinale, che ha 74 o 75 anni e non vuole andare in pensione. La riforma prevede infatti la pensione dei giudici a 65 anni, come tutti, e questo non piace ai giudici – Marra è un giudice. La riforma prevede anche che i giudici non possano avere doppi e tripli incarichi, peraltro in conflitto d’interesse, nella P.A. e nella giustizia, e anche questo non piace ai giudici e a Marra.
Dunque, si può riformare la P. A. ma non i giudici, sua eccellenza non vuole – forse nel 2016, quando lui non ci sarà più (e un’altra legge sarà fatta, non c’è dubbio). Così una presidenza che si poteva finalmente ritenere avulsa da cordate e ricatti precipita nel discredito. Si dice: bisogna andare cauti, i giudici scioperano. E allora? C’è il diritto di sciopero, l’hanno già fatto. Cossiga non li ha puniti, e loro si sono vendicati – sono venticinque anni che si vendicano. E anche fuori del diritto, non si può argomentare con i giudici, solo obbedire? I giudici sono l’unica casta privilegiata, di tipo fascista, a settant’anni dalla caduta del fascismo, con gli ermellini, le eccellenze, e l’attendente (la guardia del corpo), e non si vede perché.
Per non dire delle illegalità. Napolitano forse non lo sa, ma col suo “invito” al Csm ha sancito che privare un cittadino del suo giudice naturale non è più un reato. Di questa Costituzione intoccabile è stato forse abolito l’art. 25, comma 1, che assicura: “ Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge”?
Non è la sola anomalia del caso Ruby. Il caso è nato dal fermo della ragazza su denuncia di una sua amica, e dall’intervento di Berlusconi in questura per farla rilasciare. Era l’amica di Ruby una confidente della Polizia? Sì. Era, è, Ruby una confidente della Polizia? Sì. “Repubblica” ha una foto giovedì di Ruby in primo piano e della sua giudice che la osserva sullo sfondo, fresca per loccasione di parrucchiere e visagiste, che guarda la ragazza col sorriso atteggiato di chi va allo zoo, e il lettore si smarrisce come in una giungla, sia pure a quatre épingles.

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