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lunedì 23 giugno 2014

Stupidario ordinario

“La Livorno-Civitavecchia rischia di diventare un’incompiuta. Esauriti i fondi. Verso lo stop ai lavori. Esultano gli ambientalisti e i capalbiesi: fine di un’orribile utopia”

“Bombe d’acqua a Roma. Indaga la Procura”.

Lunga intervista del tagliente Roncone a Franceschini su “Style”: personaggio chiave, decisivo, grande romanziere, di successo, fidanzata giovane. Da leggere, Franceschini se l’è messa online:

“L’Italia è il primo paese al mondo per visite dei bambini su siti di gioco d’azzardo (il 16 per cento degli accessi) e con carte di credito a pagamento (8 per cento)”. È secondo, dietro la Russia, per armi e “contenuti senza censura”, cioè pornografia, crudeltà, droghe. Bisogna rivedere l’Italiano brava gente. O l’attendibilità della ricerca: su che basi si dicono queste sciocchezze – il bambino con carta di credito? C’è da vendere un dispositivo internet di bloccaggio?

Perché in Italia si pubblica di tutto? Per il sorriso di una pr? Per stupidità? C’è un fee?

 “Le Grandi Opere che l’Italia non sa più costruire. Dalla Salerno-Reggio al Ponte sullo Stretto”, “Corriere della sera” 9 giugno: “Spesso indicata come l’emblema delle opere incompiute. L’autostrada A 3 Salerno – Reggio Calabria aprì il primo cantiere nel 1963. L’attuale rifacimento è iniziato nel 1997 e forse verrà finito entro 20 anni”. Mentre è vero il contrario: tutti  lavori appaltati sulla Salerno-Rc sono stati completati, più o meno nei tempi – se ci sono 395 “cantieri mai portati a termine” non è su questa arteria. Dal 1971 l’A 3 è percorribile per intero. L’ammodernamento è cominciato nel 2002.

Crollano gli investimenti esteri in Italia. In cinque anni, dal 2007 al 2013, il calo è stato drammatico: -58 per cento. A dirlo è il Censis, nel sesto numero del “Diario della transizione”: “Gli investimenti diretti esteri nel nostro Paese sono stati pari a 12,4 miliardi di euro nel 2013”. Cioè un ammontare enorme.

“I momenti peggiori dell’investimento estero in Italia”, si legge sempre nel rapporto del Censis, “sono stati il 2008, l’anno della fuga dei capitali, e il 2012, l’anno della crisi del debito pubblico”. Sì, ma negli altri paesi come va l’investimento, nazionale ed estero?

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