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martedì 28 ottobre 2014

Il fantasma di Renzi a Berlino

La finanziaria di Renzi sarà approvata oggi da Barroso. Per un motivo semplice: una diversa percezione del presidente del consiglio italiano e leader del Pd da parte della cancelliera Merkel.
Renzi leader del Psd, il partito socialista democratico europeo, sta sparigliando le carte politiche a Berlino, nel governo di grande coalizione, tra cristianodemocratici e socialdemocratici. I socialisti, che per un anno si sono limitati ad appoggiare la politica deflazionistica della cancelliera Merkel, sono tentati di chiedere un cambio di rotta. La tentazione cresce ogni giorno col manifestarsi dei segnali negativi anche per l’economia tedesca.
Il governo tedesco è cambiato in Germania da un anno, meno omogeneo di quello conservatore degli anni 2009-2013. Merkel governa ora coi socialisti, per i quali una politica di puro contenimento della spesa potrebbe diventare un harakiri politico. Da qui le speranze riposte nell’azione del governo italiano in sede europea per un cambio di rotta.
Uno smarcamento, il tentativo socialdemocratico, che Angela Merkel ha subito contrato, come è nella sua tecnica di governo – giocare d’anticipo, su avversari e alleati. L’intervista di Schaüble ieri, per la prima volta dopo quattro anni aperto all’Italia, ne è un segno: se ci dev’essere un cambiamento vuole essere le, il suo partito cristiano-democratico, a governarlo.
Sullo sfondo c’è – emersa da qualche tempo in Germania – un’opportunità per i socialdemocratici, sia pure remota: di spostare il voto cristiano-democratico, fino ad ora monolitico. Renzi può aiutare ad abbattere anche in Germania il Muro. A scalfire il blocco conservatore, per il quale la Spd è ancora veleno.
Renzi è per l’opinione tedesca l’unico capo di governo che è uscito confermato dal voto europeo di fine maggio. E l’unico leader del Psd che le ha vinte. Su posizioni politiche che offrono ai socialisti tedeschi l’opportunità di rivoltare contro Angela Merkel il suo stesso camaleontismo - fare da destra le politiche della sinistra. In passato lo scambio di posizioni ideologiche era stato tentato dal partito socialdemocratico, senza successo. Schröder ha liberalizzato nei primi anni 2000 il lavoro, sia pure a carico della spesa pubblica, e la Spd ha perso due elezioni di seguito, con larghissime defezioni. Ha perso i suoi propri voti senza guadagnarne uno solo del centro-destra. Il cristianodemocratico può ora cominciare a pensare anche in Germania come in Italia, e cioè che può votare socialista, che non è anatema – il voto in Germania è ancora molto ideologizzato.

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