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martedì 23 giugno 2015

Stupidario romano

Qual è il problema dei problemi a Roma? I camion-bar. Da sempre, sono ormai cinquant’anni di polemiche: i caldarrostai, i Tredicine, i camion-bar. Non c’è cronista romano che non vi si sia esercitato.
Se c’è qualcosa di squallido a Roma è la stampa romana.

Il sindaco Marino, pusillanime, non ha altro argomento: i camion-bari. È andato alla Festa dell’Unità per dire che li caccerà dalle aree monumentali - i monumenti di Marino devono restare solitari, per le gite in bicicletta, la domenica pomeriggio. Applausi.
Gente onesta, che paga perfino l’affitto a Marino del suolo pubblico. Non come i compagnucci della parrocchietta, che gli pagano pochi euro per l’attico a Fontana di Trevi, anzi non glieli pagano..

“L’assessore renziano lascia e attacca Marino”, informa Ernesto Menicucci: “È fuori di testa”. L’assessore Improta, continua il cronista, “era uno dei pezzi da novanta” del Campidoglio. Pezzi da novanta si dice dei potenti e dei mafiosi. Di Improta, assessore ai Trasporti, l’immagine di potere è sbiadita.
“Per lui”, scrive ancora Menicucci, c’è “un posto pronto nel cda di un’azienda statale”. Ah, ecco. Senza scandalo.

“Tangenti profughi pagate a Odevaine. Trovate le fatture”. Le “fatture delle tangenti”, questa Mafia Caitale vuole proprio essere incredibile.
Con l’Iva? La giornalista non lo dice.

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