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martedì 19 gennaio 2016

Il business dei commissariamenti

Lo scandalo più grosso è il business degli scandali, in primo luogo i commissariamenti per  “infiltrazioni mafiose”.
C’è un business degli scandali redditizio per molti: inquirenti in carriera, armati e disarmati, giudici in corsa per sindaco e ministro, e giornalisti – con danno dei giornali, ma questo è irrilevante. Di questo business-scandalo i commissariamenti sono un parte non minore. Pur essendo anticostituzionali e illegali, senza alcun dubbio. Una sorta di confino di polizia esteso e anzi generalizzato: chiunque può essere marchiato d’infamia, senza essere beninteso condannato, altrimenti andrebbe giudicato. A opera di funzionari dell’Interno che si presumono al di sopra delle parti e invece sono in forte conflitto d’interessi; vogliono il posto degli eletti.
A Quarto e a Brescello s’indaga sul niente., la frase innocua di un sindaco, una lite politica di paese, i quali vivono di liti politiche, che si fanno passare per ‘ndrangheta e camorra. Per dare a due funzionari prefettizi, forse a quattro, il lustro di commissario ad acta per  diciotto mesi, senza nulla da fare e anzi senza obbligo di firma, con indennità aggiuntiva, e auto di servizio con autista.

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