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venerdì 22 gennaio 2016

Il fronte Merkel si incrina

Si è smarcato Djisselbloem, si è smarcato Draghi, il suo vertice alla Commissione di Bruxelles è indigesto ai più, e all’improvviso sembra che Angela Merkel sia rimasta sola. Mentre viene contestata, in patria e fuori, sull’immigrazione. Reagisce stamani facendo occupare le posizioni flessibili alla sua Elke Koenig, che ha inviato a Bruxelles a dirigere il neonato Consiglio di risoluzione delle banche, dopo averla nominata alla Consob tedesca. Ma ha perso una battuta: il suo ferreo fronte si è incrinato e si smarca.
Il motivo è plurimo. L’Europa è sempre più sola ad annaspare nella deflazione (disoccupazione, crisi), mentre il resto del mondo ne è ormai fuori, da tempo. Ma questo non è una novità. Una novità è che l’Italia non è più sola a confrontarsi col fantasma Grecia: la Francia annaspa, e la Spagna, fedele gregario, dubita. La presa di distanza di Dijsselbloem rientra probabilmente nel tentativo dei socialisti europei di uscire dall’angolo cui Merkel li ha confinati. L’esito delle consultazioni post-elettorali in Spagna, dove Rajoy, pilastro del merkelismo, dovrà passare la mano alla sinistra, potrebbe rafforzare i rigurgiti progressisti di autonomia.  
Anche fuori dell’Alleanza Progressista questa Europa non piace. Per i tanti motivi di crisi, che si aprono e non si chiudono mai (questo sito ne enumerava ieri ben otto, gravi). E perché è evidente a tutti che l’austerità a senso unico danneggia tutti: minacciando per esempio in continuazione l’Italia, come fanno il ministro delle Finanze Schaüble e gli economisti della cancelliera, rischia perfino la Germania.  Non c’è più Nord contro Sud, o la stolida propaganda antimediterranea, antilatina che domina nella Germana di Angela Merkel: ora hanno paura tutti, anche i devotissimi finlandesi e lussemburghesi,  gli olandesi, gli austriaci, perfino i baltici.

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