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giovedì 21 gennaio 2016

Le sette crisi che Juncker non vede – ora otto

Scremato dal pettegolezzo, rimane il fatto: Juncker è inadeguato. Succede di tutto, ma lui non se ne accorge. Si chiude Schengen, c’è Putin in Ucraina, c’è il terrorismo a Parigi, c’è la guerra in mezzo Medio Oriente, a milioni arrivano profughi e emigranti, e più ne arriveranno, c’è il referendum anti-Ue in Gran Bretagna, il suo protetto turco Erdogan incarcera giornalisti e universitari, e c’è sempre la crisi economica, che col rallentamento della Cina non può che peggiorare. Ma lui si occupa di pettegolare. Ora c’è pure la crisi bancaria – che la Banca centrale europea ha provocato. Otto crisi che potrebbero anche strangolare l’Europa.
Manfred Weber lo difende, ma è il capo dei Popolari, il partito che esprime Juncker. E ha scelto per difenderlo un terreno infido – una gaffe di cui molti ridono a Bruxelles. Perché non è Renzi ad alimentare il populismo, che invece potrebbe riassorbire, ma la Commissione di Juncker. La quale  agirà pure bene come lui pretende, ed è giusta e rigorosa con tutti, ma l’evidenza è contraria.
È sempre meno Grande Coalizione, almeno in parte, tra Popolari e Progressisti nel Parlamento Europeo e a Bruxelles. Il primo vice di Juncker, il socialista Frans Timmermann, è da tempo muto. Il capogruppo di Alleanza Progressista al Parlamento, Gianni Pittella, è sempre più critico. 

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