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martedì 16 febbraio 2016

La politica estera di Angela Merkel

La no-fly zone sulla Siria settentrionale, alla frontiera con la Turchia, richiesta da tempo dal presidente turco Erdogan, è infine patrocinata da Angela Merkel. Potrebbe essere un vulnus  non riparabile nei rapporti tra i governi Ue.
La no-fly zone ha lasciato finora perplesso anche lo Stato maggiore Usa, il miglior alleato della Turchia. Perché oscura la frontiera turco-siriana attraverso la quale passa di tutto, anche i terroristi dell’Is, nonché le armi e i finanziamenti col traffico petrolifero. Ma la cancelliera ha deciso. Come già per gli aiuti Ue alla Turchia, tre miliardi. Non poco, e senza vincoli né controlli - per il bene dei rifugiati, si spera.
Merkel ha deciso all’improvviso, senza concertazione europea, e da sola. Una decisione avventurosa, che rischia di accendere una guerra globale. Una condotta unilaterale comunque della politica estera e di difesa europea, con buona pace di Mogherini, e dello stesso governo italiano, come sempre assente nelle questioni importanti, che preoccupa molto la diplomazia e anche lo Stato maggiore italiano. La no-fly zone era richiesta da Erdogan per poter bombardare senza controlli i curdi in Siria e in Iraq. E forse rifornire, con i suoi alleati sauditi, l’Is.
Ci si interroga sul perché la Germania avalli questa tattica. Forse per un calcolo politico della cancelliera, per guadagnare qualche voto di turchi tedeschi alle prossime importanti elezioni regionali. Ma non ci si interroga troppo: la diplomazia tedesca ha una lunga e coerente tradizione di tracotanza e avventurismo. Ha creato il caso Ucraina, con le finte rivoluzioni arancioni di vecchi marpioni - dopodiché, dopo aver bloccato le relazioni tra l’Europa e la Russia, traffica tranquillamente con Putin. Dopo aver dissolto la Jugoslavia nelle pulizie etniche per farsi un paio di Stati cuscinetto. Ora impone all’Europa un regime liberticida, con le carceri traboccanti di intellettuali critici e oppositori politici – le impone di finanziarlo e lo sostiene nel genocidio dei curdi.

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