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domenica 17 luglio 2016

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (293)

Giuseppe Leuzzi

Guendalina, la sorella maggiore di Buffon, è una molto volitiva. Nazionale di pallavolo, sposa e madre, gestisce per conto del più celebre fratello un bagno a Marina di Massa, e ne è contenta, insieme col marito – “ci consente di stare bene lavorando tre mesi l’anno”, spiega alla “Nazione”. È contenta anche del marito, che presenta così: “Alto, biondo, occhi chiari”, anche lui un atleta, “ma lucano”. Mah? Come l’Amaro?

La Santa
L’ultima inchiesta sulla mafia calabrese mette assieme quattro portatori  di voti dell’ex Msi e li raccoglie attorno alla “Santa”. Una struttura segreta, di massoneria e mafia, che prende il nome di Santa appunto, nel nome della quale la fratellanza si unisce, magari col “pungimento”, col giuramento di sangue, e formule esorcistiche dell’etnografia d’invenzione del primo Ottocento. Come se i calabresi votassero tutti ex Msi, e fossero scemi. O, almeno, i mafiosi calabresi.
Tutto questo a opera di giudici e carabinieri napoletani.
Il Sud si vuole vittima del Nord, ma più spesso è vittima del Sud. I danni di Napoli, per esempio,  in Calabria sono incalcolabili.
Col contributo di non pochi calabresi, cronisti, giudici, poliziotti di scorta. Convinto, non opportunistico. È la forma della servitù volontaria, introiettata. Il mafioso calabrese, però, purtroppo, lui non è scemo.

L’Incorruttibilità rioccupa Milano
Torna l’ex giudice Di Pietro a Milano e alla politica col leghista Maroni. Che è come dire che l’Incorruttibile si riprende Milano, da lui già soggiogata venticinque anni fa. Ma dire il suo un ritorno alla politica è prematuro. L’uomo che aveva inventato Razzi, De Gregorio e Scilipoti per ora torna alla poltrona. Con relativo appannaggio. Da sommare al vitalizio da deputato, e a quello da giudice. E alle 250 provisionali degli altrettanti procedimenti giudiziari da lui sempre vinti con merito. Quello della Lega e Di pietro si può dire il regno dell’onestà, a Milano.
Tornerà con Di Pietro anche Lucibello? Che fine ha fatto l’avvocato Lucibello, che i carcerati di Di Pietro a frotte incaricavano delle istanze di libertà provvisoria (dopo la quale tornavano ai loro avvocati)?
E il giornale di Milano, che non ha voluto darne notizia? Pure il “Corriere della sera” lungamente è stato il giornale di Di Pietro. L’allora giudice vi debuttò spiegando come aveva restituito in una scatola da scarpe, in contanti, cento milioni che si era fatto anticipare da un indagato, da lui sbattuto, come diceva, in carcere. Milano si sa che è la capitale dell’onestà.

Lo scandalo pedemontano
L’ex giudice della corruzione Di Pietro è stato cooptato dal presidente leghista della Lombardia Maroni quale presidente dell’Autostrada Pedemontana. Un manufatto costosissimo, e fermo dopo mezzo secolo a 25 dei 67 km. progettati.  
La Pedemontana Lombarda è cinquant’anni di studi, consulenze, prospezioni, etc., di ingegneri, geologi, geometri, esperti ambientali, architetti, urbanisti, e moltissimi avvocati. Un investimento, statale, regionale e privato, da 4,1, poi 5, miliardi. Per 67 km., da Varese-Malpensa a Bergamo (da Cassano Magnano a Orio Sotto). Sette milioni e mezzo a km., record mondiale di costo. Uno scandalo, di cui però non si parla.
La Pedemontana Lombarda doveva essere pronta per l’Expo, un anno e mezzo fa. Poi per fine 2017. Invece è ferma, e ha realizzato solo 25 km.. Insomma, uno scandalo dei maggiori. Ma non ne sappiamo molto.
Non se ne parla. E quando se ne parla è in questi termini. Di Andrea Monti, per esempio, consigliere provinciale di Monza, “padano, rallysta e leghista”, per sostenere che la colpa è del Sud: il Sud ruba i soldi della Lombardia, e non gli paga l’Autostrada Pedemontana.

Il ragù è terrone
Il ragù è scomparso dalla cucina. Dalla cucina italiana,. Dalla dieta mediterranea. Si moltiplica l’arte culinaria, in parole, ricette, feste e festival, trasmissioni e opere, e ricette, incombe, dilaga, ma niente ragù. Sul ragù, attorno al ragù, né variazioni, e nemmeno ricetta basiche (“vi insegno il vero ragù”, “il vero ragù alla napoletana”, o “alla siciliana”). Il ragù è spezzatino, anche se è immerso nella passata di pomodoro, e dal pomodoro prende sapore. Non può essere ragù perché ragù è meridionale.
Ognuno, quale che sia l’età, dando uno sguardo retrospettivo, dai cinquanta ai soli vent’anni, vede che l’area dell’“essere meridionale” si è ristretta. Dell’essere possibile, in proprio, senza urtare nessuno, giusto essere per se stessi, l’area si restringe sensibilmente, decennio dopo decennio, anno si può dire dopo anno. Ci hanno tolto la lingua, le canzoni, il mare (le bandiere blu) e la mamma, oltre al reddito, e questo si sa. Ma la cucina? Quanto deve dimagrire il Sud?

Lo Stretto di Messina
Lo Stretto d Messina è uno dei “luoghi maledetti” (Scilla e Cariddi) di Olivier e Sybille Le Carrer,
del loro “Atlante dei luoghi maledetti”. Insieme col castello di Barbablù  e altre amenità, A motivo della leggenda di Scilla e Cariddi.
Nell’esperienza del card. Newman è un luogo incantato. Il cardinale, allora giovane presbitero anglicano in viaggio verso l’Italia (qualche anno dopo, insoddisfatto del secolarismo anglicano, opterà per la confessione cattolica, facendosi ordinare prete e ascendendo infine al cardinalato), intrapreso nel dicembre 1830 per accompagnare l’amico Froude, tubercolotico in cerca di climi migliori, da Londra a Gibilterra, Malta, la Sicilia e Roma. Nel corso del viaggio fu investito da una tempesta di mare. Cioè soffrì molto il mal di mare, poiché è quello di cui soprattutto parla nella corrispondenza. Per concludere poi con una nota di soddisfazione, al ricordo della notte trascorsa a metà giugno 1833 incalminato nello Stretto di Messina, alla vista dei lontani fuochi delle coste – incalminato, cioè in calma piatta – “lontani” in realtà vicini, lo Stretto è… stretto, ma remotizzate dalla notte. Ne trasse ispirazione per “Lead Kindly Night”, che viene presentato come “uno dei più begli inni della liturgia anglicana”.
L’inno è “The Pillar of the Cloud”, datato at sea, in mare, 16 giugno 1833:
Lead, Kindly Light, amid the encircling gloom
Lead Thou me on!....
Guida, luce gentile,
nello sconforto che ci attornia,
portami via!...”
L’inno è riferito allo Stretto di Messina dallo studioso del cardinale Simon Leys, “Le Studio de l’inutilité”. E avrebbe potuto essere, lo Stretto è, in ogni stagione, un luogo incantato – niente a che vedere con Scilla e Cariddi.  Ma il cardinale stesso, scrivendone agli amici, spiega che l’ispirazione gli venne negli stretti di Bonifacio, all’altezza della Corsica. Mentre si trasportava a Marsiglia, da Palermo, dover era stato inferno per tre settimane - lui stesso non sapeva di che: diceva di nostalgia, di un malessere quindi psicosomatico, ma il suo valletto non gli credeva.
Il cardinale sarà uno dei “padri assenti” del Concilio Vatricano II, le cui decisioni largamente i suoi scritti influenzarono.

leuzzi@antiit.eu 

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